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n’ebbe forse piú la parte meridionale la cui lingua d’oc serbò parimente piú latino. Né io crederei che sia da cercar la causa di questa superior latinitá delle lingue spagnuola, provenzale ed italiana nella maggior antichitá della conquista romana; perciocché, se tal fosse stata la causa, ella avrebbe dovuto operare incomparabilmente piú in Italia che non ne’ due altri paesi, e in Ispagna specialmente; mentre all’incontro la lingua spagnuola (a malgrado delle stesse voci arabe che furono un’introduzione posteriore) è forse ricca di voci latine al paro dell’italiana, ed è poi indubitabilmente piú latina nelle desinenze, nel suono. Quindi è forse da attribuire la gran latinitá delle tre lingue, non al latino propriamente detto, ma alla consanguineitá primitiva del latino od italico antico coll’antico ligure della Francia meridionale, coll’antico iberico della Spagna. E questo spiegherebbe pure alcuni fatti particolari della nostra lingua volgare al sorger suo ne’ secoli decimosecondo e decimoterzo: come (lasciando a un tratto quell’origine esclusivamente toscana o fiorentina, che da Dante in qua mi pare abbandonata da ogni mente un po’ comprensiva, quella origine la cui questione si dee separar del tutto dalla questione del purismo od eleganza, che fu ed è incontrastabilmente in Toscana), come, dico, il volgare italiano sorgesse a un tempo in Toscana ed all’ingiú in tutta la penisola meridionale ed in Sicilia, ed anzi in questa forse prima che altrove, perché queste appunto furono le sedi degli antichi popoli itali e siculi di famiglia iberica; come in Sardegna, antica e moderna sede di liguri, si serbassero e si serbino piú che in nessun luogo forse le voci, le desinenze, i suoni latini; come anch’oggi l’uso della lingua comune italiana e i dialetti piú vicini ad essa si trovino in quelle stesse regioni. — Ad ogni modo, comunque cresciute le lingue romanze fino al secolo decimosecondo, non è dubbio che in tutto questo e nel seguente decimoterzo il primato tra esse fu delle due lingue francesi, d’oil e d’oc. Né è difficile a spiegare. Il primato, od anzi ogni grado di dignitá e potenza delle lingue, viene in ogni secolo dal primato e da’ gradi d’operositá delle nazioni che le parlano. Ora, ne’ due secoli decimosecondo e decimoterzo la grande