unite de’ greci e degli arabi occidentali, aiutate poi al tempo delle crociate da
quello zelo che fece sorger allora in Palestina e in Europa tanti ordini
spedalieri, tanti spedali e tante lebbroserie. — In Bologna poi, o che ivi o
nella vicina Ravenna si fosser conservati piú codici, piú studio delle
leggi romane, teodosiane e giustinianee, o che si debba attribuire al caso
il nascervi o lo stabilirvisi un primo grande studioso; il fatto sta che da
Irnerio, creduto giá tedesco, or italiano [1150], incominciò ad essere
famoso e frequentatissimo lá quello studio della giurisprudenza, che fu il
nocciolo di quella prima universitá italiana. E seguono immediatamente quei
quattro scolari di lui, Bulgaro, Martino, Ugo e Iacopo, a cui resta nella
nostra storia politica la vergogna d’aver mal applicati i diritti imperiali
romani all’imperio straniero di Federigo I contro alle libertá e
all’indipendenza italiane; ma che con queste stesse applicazioni ai fatti
attuali contemporanei, e colle discussioni e le contraddizioni che
certamente ne sorsero, furono senza dubbio accrescitori, divulgatori della
scienza. Perciocché cosí succede, questa è una delle virtú, questo uno
degli effetti immanchevoli della libertá; che, dov’ella sia sorta, servano
ad essa que’ nemici stessi di lei, i quali, non sorta, l’avrebbero impedita
di sorgere. La libertá è generosa; innalza, ingrandisce gli stessi
avversari suoi. E continuò poi in Bologna e da Bologna la serie de’
giurisperiti grandi, rispetto al tempo, in tutto il secolo che seguí fino
ad Accursio [-1260]. — E in questi due secoli stessi sorgevano, da lingue
semplicemente parlate o di rado scritte, a lingue giá letterarie, tutte
quelle insieme che si chiamarono «volgari», «romano-barbare», «romanze»; e
che furon principi delle moderne meridionali, spagnuola, provenzale, o
lingua d’«oc», francese men meridionale, o lingua d’«oil», ed italiana o
del «sí». È opinione consueta, che in queste lingue rimanesse tanto piú
dell’elemento latino primitivo, quanto meno di barbaro fosse stato
introdotto giá dagli invasori del secolo quinto. Ma ei parmi che i fatti
non concordino guarí con tale opinione. Perciocché i fatti sono che la
Spagna e l’Italia, le cui lingue serbano piú latino, ebbero piú invasori
che non Francia; e che in questa