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276 libro sesto

giusta distribuzione di lodi, quell’errore d’inveire contro agli antichi papi italiani, italianissimi, per lodare, blandire o scusar almeno questi nuovi, splendidi sí sott’altri aspetti, ma cattivi italiani, arrendevoli a qualunque straniero li aiutasse a collocar lor nipoti. Che gli scrittori stranieri facciano tal errore, è naturale; parlan per essi: sappiamo anche noi parlar per noi, o piuttosto (né è a disperar che si faccia un dí nella civiltá progredita) parliamo tutti per quel principio politico sommo, di difendere o promuovere in casa, di rispettare ed aiutare fuori la nazionalitá d’ogni nazione. Papa Cibo non fu migliore, anzi peggiore del predecessore; nepotista al par di lui; e di piú, depravato di costumi, altra novitá, altro scandalo aiutato re e accrescitor del primo. Seguono negoziati, guerre, paci e congiure ed assassinii per interessi privati, piú che per comuni: una guerra d’Innocenzo contra Ferdinando e fiorentini, ed una pace del 1486; un matrimonio tra una figliuola di Lorenzo de’ Medici e Franceschetto Cibo, a’ cui posteri rimase quindi il ducato di Massa-Carrara; Gerolamo Riario, pugnalato da tre capitani suoi [1488]. La sua vedova seppe conservar il principato a lor figlio; ed ella sposò poi Giovanni de’ Medici, detto delle «bande nere», che vedremo ultimo de’ condottieri italiani, primo de’ fiorentini, e padre a Cosimo granduca. E fu pugnalato [1489] Galeotto Manfredi, ma rimase pure ad Astorre suo figliuolo la signoria di Faenza. Piú che mai si vede l’inutilitá dei delitti: le cose continuano ad andare, mutati i nomi, per il lor verso; e continuarono allora per quello dei principati fermi ereditari. Il solo acquisto che se ne facesse, fu d’infamia. Appressavansi gli anni che l’Europa civile tutta quanta si versò sull’Italia; e quando costoro (che non eran pure di civiltá avanzata né severa, ma perfidi ingannatori, politici a guisa di Luigi XI, Comines, Carlo il temerario di Borgogna, Arrigo VIII, Fernando cattolico ed altri simili) trovarono generazioni d’italiani piú perfidi, piú scelleratamente abili, piú congiuratori, piú pugnalatori che non essi; essi si scandalizzarono, come fanno volentieri i cattivi de’ peggiori; e riportarono a lor case, e tramandarono di generazione in generazione il mal nome della perfidia italiana. Noi paghiamo