trovasi rinnovata tra lui e Pasquale
la contesa delle investiture ecclesiastiche; e continuare le guerre
tra cittá e cittá, per l’Imperio o la Chiesa, pro e contra Matilde,
per l’uno o l’altro vescovo, per altri interessi di vicinato; e
moltiplicarsi tanto piú ora che avevano governo piú costituito. Cosí
guerreggiaronsi Milano e Pavia [1108], Milano e Brescia contro Lodi,
Pavia e Cremona [1109], Pisa e Lucca [1110], e principalmente e
lungamente Genova e Pisa per la Sardegna, per la Corsica e per
rivalitá commerciale, la piú acre di tutte; ed altre poi, che non
abbiamo spazio a notare. — Nel 1110, discese Arrigo; non fu ricevuto a
Milano, tenne dieta a Roncaglia, trattò con Matilde, passò a Firenze,
a Pisa, prese terre e castella. Appressatosi a Roma [1111], seguirono
sull’investiture negoziati e trattati oscurissimi, rotti in breve ad
ogni modo; tantoché Arrigo fece prigione il papa, il popolo si sollevò
contro a’ tedeschi, Arrigo si ritrasse col papa prigione; e il
rilasciò poi, e fece con esso un primo trattato, per cui serbò le
investiture, e ne fu poi incoronato imperatore; e per Toscana e Verona
risalí a Germania. — Sollevossi la curia romana contro il trattato, e
fu condannato in concilio [1112 e 1116]: e cosí fu riaperta la
contesa. E tra breve se ne aggiunse un’altra. Nel 1115, morí vecchia e
gloriosa Matilde, e si contese tra imperatori e papi per il retaggio
di lei, da lei certamente donato in Canossa e confermato poi a
Gregorio VII e a’ suoi successori. Gran disputa si fa anche oggi, se
quelle donazioni comprendessero i soli beni allodiali, ovvero anche i
feudi. I quali essendo da gran tempo ereditari, e talor di maschio in
maschio, ma talor pure in femine, e sempre sotto la supremazia o
beneplacito imperiale, io crederei che la gran contessa lasciasse i
suoi diritti quali e quanti potessero essere; e che perciò appunto se
ne disputasse, e ad ogni modo se ne disputò cosí a lungo, che non è
nemmen possibile forse determinare quando e come finisse quella
contesa intrecciata a tant’altre. — Ed a ciò scese per la seconda volta
Arrigo [1116], occupò comunque il retaggio, poi passò a Roma, e il
papa fuggí e morí [1117]. Intanto, risalito Arrigo a Lombardia, vi
poté cosí poco, che dicesi si facesse a Milano una assemblea