sotto
alle potenze nominali dell’imperator greco, del patrizio Carlomagno,
degli imperatori carolingi e dei successori, sotto alla potenza piú
reale ma pur indeterminata dei papi; quelle delle cittá orientali
donate al papa, poco diversamente; e quelle di Napoli, Amalfi ed altre
cittá meridionali, or crescendo or ricadendo sotto ai principi
longobardi di Benevento, a’ saracini ed a’ normanni; mentre pur
venivansi aggiungendo le libertá crescenti di parecchie cittá toscane
e lombarde, suddite franche e tedesche. — Ma tutte queste de’ secoli
ottavo, nono e decimo erano, se ben s’attenda, cittá libere sí, non
tuttavia (nemmen quando gli Ottoni ebbero moltiplicate le esenzioni
de’ vescovi e delle cittá dalle giurisdizioni comitali) ciò che si
chiamò «comune» o «comunio» al primo quarto del secolo undecimo;
quando si vennero confondendo in interessi comuni tutte o quasi tutte
le condizioni de’ cittadini, i valvassori grandi o capitani, i minori
o valvassini, gli arimanni o militi, i popolani grassi o borghesi, le
gilde od arti maggiori o minori, tutti insomma gli uomini liberi, o
come si disse allora semplicemente, gli «uomini» o «vicini» delle
cittá. Questo comune, o comunio, noi congetturiamo si facesse
primamente in Milano al tempo dell’arcivescovo Ariberto: e certo, se
si fece altrove, non dovette farsi né molto prima, né molto discosto;
e ad ogni modo nella storia, quale finora si sa, resta a Milano la
gloria di tal prioritá. — Ma questo stesso comune non si resse
certamente dapprima se non in modi indeterminati e vari; or sotto il
vescovo e suo avvocato o visconte, or sotto qualche altro capitano o
capopopolo, un Lanzone, un Erlembaldo, secondo le occasioni. E cosí
altrove; né fu se non dopo aver provati mezzo secolo all’incirca di
tali governi, i quali or si direbbero «provvisori» o «rivoluzionari»,
che si pensò ad ordinarli, a costituirli. Allora, negli anni che
seguono la morte di Gregorio VII, in questi d’intorno al 1100 a cui
siam giunti, noi scorgiamo a un tratto, in due o tre decine d’anni, in
una generazione tutt’al piú, costituito un nuovo governo uniformemente
in moltissime, in quasi tutte le maggiori cittá del regno italico,
Lombardia e Toscana; con un magistrato supremo di tre, sei o dodici
«consoli», un Consiglio