fin d’allora trovasi innalzato nella curia romana quell’Ildebrando, che dominò
non essa sola, ma tutta la sua etá quasi sempre d’allora in poi. — Ma,
giunto ora Arrigo e convocato un concilio, Gregorio depose il pontificato,
e con Ildebrando si ritrasse a Cluny in Francia; e deposti gli altri due,
fu eletto Clemente II, un tedesco, a cui succedettero altri poi (giustizia
a tutti) tutti buoni. Cosí finí lo scandalo dei papi Tusculani e degli
altri corrottissimi, per l’intervenzione imperiale; ondeché non s’oserebbe
dir qui il rimedio peggior che il male, se non fosse che quella
intervenzione era stata causa essa stessa delle cattive elezioni e della
corruzione; e non fu dunque qui se non caso buono di pessima usanza. Ad
ogni modo, fattosi incoronar Arrigo, fece la solita punta a Capua e
Benevento, e poi per Verona risalí a Germania [1047]. Morí nel medesimo
anno Clemente II, dopo aver fatto contro alle elezioni simoniache uno di
que’ decreti pontificali, che incominciarono la riforma della Chiesa. E
risalí poi Benedetto IX il Tusculano; ma fu tra breve ricacciato da Damaso,
un secondo tedesco. Il quale pur morto, successe un terzo, Leone IX, eletto
in Germania, che passando a Cluny, s’abboccò con Ildebrando, trasselo seco
a Roma, dove per consiglio di lui si fece rieleggere canonicamente. E con
tal consiglio pontificò poi gloriosamente, e incominciò e proseguí quelle
due guerre ecclesiastiche contro alla simonia ed al concubinato, e quella
temporale contro ai principi beneventani, che furono poi tre delle opere
maggiori d’Ildebrando stesso. E in una di queste guerre [1053] rimase il
papa alcun tempo prigione de’ normanni. Morto [1054] il quale, andò
Ildebrando a Germania, a combinare l’elezione del successore, che fu
Vittore II, un quarto tedesco. — L’anno appresso [1055] scese Arrigo III
contra Goffredo di Lorena, giá suo nemico colá, e che avendo testé sposata
Beatrice vedova di Bonifazio marchese di Toscana, ed avendo un fratello
cardinale, era diventato potente in Italia. Arrigo dunque fece prigione o
statica Beatrice, sforzò Goffredo ad uscir a Francia, e il cardinale a
chiudersi in Montecassino. E risalito egli stesso in Germania, vi morí
l’anno appresso 1056.