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164 libro quinto


fin d’allora trovasi innalzato nella curia romana quell’Ildebrando, che dominò non essa sola, ma tutta la sua etá quasi sempre d’allora in poi. — Ma, giunto ora Arrigo e convocato un concilio, Gregorio depose il pontificato, e con Ildebrando si ritrasse a Cluny in Francia; e deposti gli altri due, fu eletto Clemente II, un tedesco, a cui succedettero altri poi (giustizia a tutti) tutti buoni. Cosí finí lo scandalo dei papi Tusculani e degli altri corrottissimi, per l’intervenzione imperiale; ondeché non s’oserebbe dir qui il rimedio peggior che il male, se non fosse che quella intervenzione era stata causa essa stessa delle cattive elezioni e della corruzione; e non fu dunque qui se non caso buono di pessima usanza. Ad ogni modo, fattosi incoronar Arrigo, fece la solita punta a Capua e Benevento, e poi per Verona risalí a Germania [1047]. Morí nel medesimo anno Clemente II, dopo aver fatto contro alle elezioni simoniache uno di que’ decreti pontificali, che incominciarono la riforma della Chiesa. E risalí poi Benedetto IX il Tusculano; ma fu tra breve ricacciato da Damaso, un secondo tedesco. Il quale pur morto, successe un terzo, Leone IX, eletto in Germania, che passando a Cluny, s’abboccò con Ildebrando, trasselo seco a Roma, dove per consiglio di lui si fece rieleggere canonicamente. E con tal consiglio pontificò poi gloriosamente, e incominciò e proseguí quelle due guerre ecclesiastiche contro alla simonia ed al concubinato, e quella temporale contro ai principi beneventani, che furono poi tre delle opere maggiori d’Ildebrando stesso. E in una di queste guerre [1053] rimase il papa alcun tempo prigione de’ normanni. Morto [1054] il quale, andò Ildebrando a Germania, a combinare l’elezione del successore, che fu Vittore II, un quarto tedesco. — L’anno appresso [1055] scese Arrigo III contra Goffredo di Lorena, giá suo nemico colá, e che avendo testé sposata Beatrice vedova di Bonifazio marchese di Toscana, ed avendo un fratello cardinale, era diventato potente in Italia. Arrigo dunque fece prigione o statica Beatrice, sforzò Goffredo ad uscir a Francia, e il cardinale a chiudersi in Montecassino. E risalito egli stesso in Germania, vi morí l’anno appresso 1056.