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della signoria degli imperatori e re |
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dalla straniera signoria. Arduino si mostra dapprima pronto e
prode; va incontro a un esercito tedesco che scende per Tirolo, e lo
sconfigge; e regna, come pare, indisputato un anno e piú. Scende
Arrigo al principio del 1004, e Arduino va pure ardito contro a lui;
ma è allora abbandonato da’ suoi conti e principalmente da’ vescovi.
Fu in quelli invidia solita italiana, e in questi vendetta delle
angarie ed usurpazioni giá esercitate contro essi da Arduino marchese
o da Arduino re? Difficile a risolvere questo punto di uno de’ piú
interessanti episodi di nostra storia. Certo, Arduino è accusato dagli
annalisti poco men che unanimemente. Ma questi scrissero, spento lui,
e furono tutti ecclesiastici, e la inimicizia tra vescovi, e conti o
marchesi, non che consueta allora, era natural conseguenza di quelle
concessioni delle cittá comitali a’ vescovi, che dicemmo fatte e
moltiplicate dagli Ottoni. Ad ogni modo, conti e vescovi italiani
quasi tutti abbandonarono il re italiano per il tedesco; e conducono
questo a Pavia, l’eleggono, l’incoronano, addí 14 maggio. Ma il popolo
ha talor sentimento di nazionalitá piú che i grandi; peccato che
quando è solo ei l’eserciti, per lo piú, male e inutilmente! La
medesima sera nasce una baruffa tra’ cittadini e soldati stranieri; si
combatte, s’appicca il fuoco, e Pavia ne rimane incendiata. Esce
Arrigo di essa e d’Italia, in gran fretta. E quindi qui una condizione
nuova; un re lontano ed uno non guari riconosciuto; Milano per quello,
e Pavia per questo (origine o almeno uno de’ primi fatti della
rivalitá tra le due); una confusione, una mancanza di re e governo, un
armarsi, un guerreggiarsi le cittá, che fu nuovo e gran passo alle
libertá loro future. Cosí va il mondo; quella che avrebbe potuto
essere magnifica occasione d’indipendenza nazionale, non fu che di
libertá cittadine; se ne contenti chi voglia. Trovansi guerre allora
tra Pisa e Lucca; e Pisa saccheggiata una notte da’ saracini, e
liberata, secondo le tradizioni, da Cinzica Sismondi, una sua
cittadina; un’altra guerra tra Fiesole e Firenze, e quella distrutta e
i cittadini trasportatine in questa (èra principale della storia
fiorentina); e papa Benedetto VIII cacciato di Roma raggiungere in
Germania presso Arrigo lo stuolo dei vescovi colá rifuggiti; e Mele e
Datto, due