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della signoria degli imperatori e re 157


dalla straniera signoria. Arduino si mostra dapprima pronto e prode; va incontro a un esercito tedesco che scende per Tirolo, e lo sconfigge; e regna, come pare, indisputato un anno e piú. Scende Arrigo al principio del 1004, e Arduino va pure ardito contro a lui; ma è allora abbandonato da’ suoi conti e principalmente da’ vescovi. Fu in quelli invidia solita italiana, e in questi vendetta delle angarie ed usurpazioni giá esercitate contro essi da Arduino marchese o da Arduino re? Difficile a risolvere questo punto di uno de’ piú interessanti episodi di nostra storia. Certo, Arduino è accusato dagli annalisti poco men che unanimemente. Ma questi scrissero, spento lui, e furono tutti ecclesiastici, e la inimicizia tra vescovi, e conti o marchesi, non che consueta allora, era natural conseguenza di quelle concessioni delle cittá comitali a’ vescovi, che dicemmo fatte e moltiplicate dagli Ottoni. Ad ogni modo, conti e vescovi italiani quasi tutti abbandonarono il re italiano per il tedesco; e conducono questo a Pavia, l’eleggono, l’incoronano, addí 14 maggio. Ma il popolo ha talor sentimento di nazionalitá piú che i grandi; peccato che quando è solo ei l’eserciti, per lo piú, male e inutilmente! La medesima sera nasce una baruffa tra’ cittadini e soldati stranieri; si combatte, s’appicca il fuoco, e Pavia ne rimane incendiata. Esce Arrigo di essa e d’Italia, in gran fretta. E quindi qui una condizione nuova; un re lontano ed uno non guari riconosciuto; Milano per quello, e Pavia per questo (origine o almeno uno de’ primi fatti della rivalitá tra le due); una confusione, una mancanza di re e governo, un armarsi, un guerreggiarsi le cittá, che fu nuovo e gran passo alle libertá loro future. Cosí va il mondo; quella che avrebbe potuto essere magnifica occasione d’indipendenza nazionale, non fu che di libertá cittadine; se ne contenti chi voglia. Trovansi guerre allora tra Pisa e Lucca; e Pisa saccheggiata una notte da’ saracini, e liberata, secondo le tradizioni, da Cinzica Sismondi, una sua cittadina; un’altra guerra tra Fiesole e Firenze, e quella distrutta e i cittadini trasportatine in questa (èra principale della storia fiorentina); e papa Benedetto VIII cacciato di Roma raggiungere in Germania presso Arrigo lo stuolo dei vescovi colá rifuggiti; e Mele e Datto, due