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144 libro quinto

dell’imperio e del regno d’Italia Carlo il calvo re di Francia, Carlo e Carlomanno figliuoli di Ludovico re di Germania. Ma Carlo il calvo se ne libera per allora; ed è incoronato imperatore a Roma da papa Giovanni VIII, e poi re a Pavia. Ripassa in Francia, ritorna in Italia contro Carlomanno tornatovi; n’è cacciato, e fuggendo pel Moncenisio, muore lí nell’877. E continuano le depredazioni de’ saracini, le guerre complicate al mezzodí. — Carlomanno regna allora in Italia e l’anno 879 s’associa Carlo il grosso suo fratello giá re di Svevia, e muore nell’880; e continuano i saracini, le guerre di mezzodí, e i turbamenti di Roma. — Rimasto solo re d’Italia Carlo il grosso, prende l’imperio vacante da tre anni, ed è incoronato dal papa. Nell’882 ei succede all’altro suo fratello Luigi, e cosí riunisce, oltre Italia, tutta Germania. E nell’884 succede a Carlomanno cugino suo re di Francia; ond’egli riunisce, terzo dopo Carlomagno e Ludovico il bonario, tutto l’imperio. Sarebbe potuto credersi, che n’uscisse una restaurazione di questo; n’uscí la rovina ultima. La quale attribuita da quasi tutti all’incapacitá di Carlo il grosso, debbe forse attribuirsi anche piú alla tendenza naturale che aveano le diverse nazioni europee a ricostituire le loro nazionalitá, or riunite or divise ma sempre offese contro la natura delle schiatte e de’ limiti, da tutti i Carolingi. Niuna causa piú di questa operò a far finir cosí presto e cosí male quella dinastia giá cosí grandemente iniziata e dilatata in tutta la cristianitá. E noi viventi vedemmo una simile causa produrre un simile effetto, anche piú presto. Le nazionalitá poterono sí estinguersi nell’antiche barbarie, e talora nelle stesse antiche civiltá, perché queste erano poco meno che barbare. Ma la civiltá cristiana, nelle stesse sue etá dette «barbare» od «oscure», e tanto piú nelle progredite, fu sempre ed è tale, che non somministra mezzi alle distruzioni delle nazionalitá, non lascia possibili (almeno nel proprio seno) quelle estreme barbarie che sono a ciò necessarie. — Le nazionalitá cristiane si comprimono, ma non si distruggono; e le compresse si vendicano, sempre occupando e scemando le forze a’ compressori; e talora poi abbattendoli. I successori degeneri pagano allora i