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un — 183 — fratello; e io, caro signor Teodoro, vedo riprodotta in lui l’immagine dell’ unico mio Aglietto, morto un anno fa, lontano da me, in un collegio di Eoma! Aveva gli stessi occhi ridenti, lo stesso fare di Masino! Può dunque immaginare se gli voglio bene, e se cerco di sviluppare in lui ogni più bella qualità dell’anima, e dell’ingegno! « Non dubiti che l’affetto mi renda cieco: esso m’illumina sempre di più sulla via che debbo tenere per quanto si riferisce all’educazione del suo figliuolo. E quando è tempo di gastigare, gastigo. « Me ne piange il cuore, ma gastigo. Ieri dovei privarlo della ricreazione, perchè aveva sbagliato per trascuratezza il quesito d’aritmetica. Ebbene, vuol che glie lo dica? Non potei far colazione. Ma ella intanto si tranquillizzi, e pensi che i difetti del suo Masino si correggeranno facilmente col tempo e col progresso negli studi. « La riverisco. « Suo devot.mo « Aurelio Bicci. »