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12 la vera democrazia


in pubblico, le facili e frequenti comunicazioni, valgono tuttavia a rendere non meno efficace, di quella che esercitava nella Pnice d’Atene, l’azione del popolo sul governo di un libero Stato. Ed appunto per questo riesce più difficile, nella società moderna, dove si parla tanto di democrazia, distinguere la vera dalla falsa, segnalare i pericoli di questa, le condizioni alle quali la vera può procurare e guarentire a tutti libertà, giustizia, benessere, che sono le tre grandi necessità delle moderne società civili.

VIII.

In nessun paese il concetto di democrazia fu più falsato che in Francia, in nessuno essa fu meno abile a contenersi, meno rispettosa del diritto, più spesso trascinata a prorompere suscitando reazioni fatali. Già nelle insurrezioni rurali del XIV secolo e nella Comune fondata a Parigi da Stefano Marcello domina cotesto carattere violento, eccessivo, radicale. Rousseau lo eleva a dottrina; la rivoluzione ne fa esperimento su grande scala. La società francese era una costruzione complicata di privilegi, la più grande antitesi della democrazia; l’aristocrazia feudale era diventata una società falsa, convenzionale, teatrale; e tuttavia elegante, côlta, piena di ideali ed a suo modo anche buona. Il progresso delle scienze naturali aveva determinato il distacco della filosofia dalla teologia, trasformata la storia e la psicologia, sviluppato sopra basi insufficienti o fallaci il metodo analitico. Lo spirito classico aveva elaborato coteste conquiste e messa la ragione al posto della tradizione, screditando tutte le istituzioni fondate su questo e pretendendo di costruire esclusivamente sulla ragione elevata sino agli altari, la società nuova. Quegli scrittori, quei filosofi, per una nobile allucinazione, suppongono tutti gli uomini buoni, ragionevoli, e nei loro scritti, nelle commedie, nei romanzi, perfino i selvaggi parlano come filosofi, si commuovono, sono capaci dei sentimenti più delicati. Ed il governo tiene al popolo un linguaggio idillico; «non bruciate i castelli, perchè fate dispiacere al buon re». Credono di vivere in piena egloga, di poter ricondurre al suono del flauto dentro la stalla le mute urlanti delle collere bestiali e degli istinti perversi1.

La nuova dottrina democratica non si limita a rinnegare la tradizione, la religione, lo Stato; ignora i primi elementi della fisiologia e della psicologia. La ragione è uno stato di equilibrio instabile, che dipende da quello del cervello, dei nervi, del sangue, dello stomaco. La più semplice operazione mentale una percezione dei sensi, un ricordo, è anzitutto il risultato dell’azione reciproca di un miliardo e mezzo di cellule

  1. Taine: Origines de la France contemporaine, Vol. I.