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ALLA ROSA 151 A languir ti porrò, tra le pareti Di recondita stanza, in mezzo a pompe D’insolente splendor, lungi dal sole Che d’un suo raggio mattinai t’accese, Lungi dalle giulive aure di maggio Che ti scherzano intorno e fanno festa. Vivi, o rosa. È sì breve la tua vita; È sì breve la nostra! Uno il destino Della rosa e dell’uom. Vivi. Domani Queste tue molli e dilicate foglie Cadranno scinte e spargeran di lievi Reliquie l’erba e l’arenosa sponda; E passata sarai, tenera rosa. Intanto vivi; e col soave olezzo, E col purpureo riso, all’uom che i passi Torbido muta e del doman pensoso, Pura letizia e miti sensi inspira.