Pagina:Armanni - Gandino e il suo distretto, 1843.djvu/9


7

ne risulta di 3680 individui. In sua proprietà il comune possiede in fondi boschivi pertiche comuni in lire 11419 dell’approssimativo valore di L. 130000.

L’estimo del comune porta la cifra di scudi 83108 diviso sopra 850 partite, fra le quali la maggiore non è oltre di 4000, di pertiche censuarie 22884.47.

Da questo scutato ommettonsi i fondi del comune, appunto perchè sono di sua esclusiva proprietà, i di lui annuali redditi compresi gli avventizii, e reali per contributi, enfiteusi, locazioni, arti e commercio ammontano a L. 14000.

Dopo la decadenza dell’Impero Romano subì Gandino le vicissitudini alle quali andò soggetta l’Italia. Lo dominarono i re Longobardi. Vittorioso dappoi scorrendo si può dire intera l’Europa colle invincibili, poderose sue armate il conquistatore Carlo Magno, ogni cosa, città e borgo al suo immenso potere cedendo, Bergamo pure, e il suo territorio vi si sottomisero. In fatti dalla cronaca di quei tempi viene riportata la seguente inscrizione „Carolus Magnus, debellatis Longobardis, Bergomum ac territorium in suam potestatem redegit, ac muneribus amplissimis ac diplomatibus honorificentis illustravi anno DCCCI.“

Mancato al mondo quello straordinario genio che solo, e colle sue ecclesiastiche, militari, civili e penali instituzioni, e coi Missi Dominici sostener seppe il peso di tanta vastissima mole governativa, infrantosi il di lui scettro sotto Lodovico il Pio, e diviso il vasto suo impero nei tre grandi regni d’Italia, Francia e Germania, e da varj padroni contrastato; nata la dissoluzione sociale, per cui ogni paese dovette munirsi di baluardi e fortezze, e pensare a