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nato da quelle donne superbe di Cesira. ma vado ad esso. se non verra poi, non mi sarà vietato che non lo scacci di casa. ma aspettami, intrando tù, in poco di tempo.
Coro.
Hor t'accorgitu d'haver'incontanente beneficij assai per noi sole dee? perche costui è pronto à far ogni cosa che commandi. tu poi da un'huomo stupido, et apertamente altiero intendendo levarai ciò che poi di piu. perche tosto sogliono à qualche guisa altramente tai cose voltarsi.
Str.
Tu non starai piu quì ne la oscuritade, ma commodamente andrai à le colonne di Megaclee.
Fid.
O sventurato, che travaglio è il tuo ò padre, non sei in cervello per Giove olimpio.
Str.
Ecco, ecco, tu inconsideratamente Giove olimpio istimi, che sia cosi grande?
Fid.
Perche t'hai tu riduto di questo? dì'l vero.
Str.
M'hò posto in animo che fanciulletto sei, et vuoi sapere le cose antiche: nondimeno pur fati innanzi, à ciò che piu ne sapi. et ti dirò una novella, che se la impari, sarai un'huomo, con questo patto poi, che à niun la insegni.
Fid.
Ecco, che cosa gli è?
Str.
Giura hora per Giove.
Fid.
Ben io.
Str.
Hor veditu che buona cosa è lo imparare? non gli è Giove ò Fidippide.
Fid.
Mò che gli è?