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rii dirt°. Co. Diann she fintrmiamo le pietre p citadini ? non J fiortica quell° lmomo ne la porpora, the fi co me un negro flizzone, adefTo brufciaua. Di. N5 udirete,udirete la ueritade a Acarneidi? Co. Non udiremo certamente. Di. In patirO dunque afpramente. Co. Pofi’io morire, fe io odo. Di. In niutt ludo Aearnicie Co. Morendo ii faperei adeffo. Di. Certamente io ui morrier6,ui annrider6 gli amiss ciflimi de uoftri amici,che io gli1,6 per fegurbi, quaff feanner6. Co. Ditenii,che parola minaccialo uoi Acarnei,6 Iruornini populari ?ha rgti for.fi in pregione deco fanciullo de qualcuno the qua fa prefente in cliri fe inanima ? . Di. Trategli,fe uolete:cbe io ,:imacer6 co fini.C.I" pre fto ueder6 qude a quell° di uoi , eke hatna curd de carbont. CO. Moriamo. Ora° i if tnio citadino Loco : guardati da quei the did , CI kai in animo ad ogni modo,ad ogni modo. Di. vi ammazzarà,mi chiamarete, et io non fentir6. ’co. Tu annnazzarai TA() cortaneo Fifanthraceof Di. Non Lucre udito quello,di cb’io parlaua. Co. ma dimi, fe’l ti pare, quelto Lacedemonio in the gurpi tuo arrtiro, the mai nafroftamente lo maA pfellaro,