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nistro, alegramente và inanti, et serva diligentemente ne la turba, che alcuno non ti rompa queste auree cose. ò beato, che te menarà per moglie, e chi te farà tirar corezze da vecchio.
- Di.
- O Santhia. il Priapo da voi è da essere prodotto diritto, dietro à quella che porta’l canestro: et io seguendo canterò la laude di Priapo. e tu ò donna guardami da’l tetto, Dionisio vien inanti, amico compotatore di Bacco, ò mecho che vai a torno di notte, amatore de putti, gia sei anni te hò salutato venendo spontaneamente in questo popolo, facendo la pace à me medesimo, e sendo da facende, travaglij, pugne e guerre liberato. ciò a molti è cosa souave ò Dionisio, Dionisio. quando robasti quella formosa giovane, Tratta di Strimodoro da Felleo, pigliatala per traverso, elevatala, et buttatala giu ben la chiavasti, ò Dionisio Dionisio. se con noi insieme beverai crapulando in questa mattina, e uno catino di pace sorberai, questo scuto ti starà pendente ne la cugina.
- Co.
- Eglié questo, eglié questo proprio, tragli, tragli, tragli, batti, batti questo scelerato. non gli darai, non gli darai?
- Di.
- Hercole che cosa è questa, rompirete il lavezzo?
- Co.
- Ti lapidaremo ò scelerata testa.
- Di.
- La causa ò vecchij Acarnei?
Ciò ne dimandi? che sei impudente e odioso ò traditore de la patria, il quale solo di noi facendo la