Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/564


 [66]
In queſto tepo Orlando e Brandimarte
     E’l Marcheſe Oliuier col ferro baffo,
     Vanno a trouare il Saracino Marte
     (Che coſi nominar ſi può Gradaſſo,)
     E glialtri duo che da contraria parte
     Ha moſſo i buO deſtrier piú ch di paſſo,
     Io dico il Re Agramate e’l Re Sobrino
     Rimbóba al corſo il Iito e’l mar vicino.

 [69]
Quado allo ſcótro vengono a trouarſi
     E in trOchi vola al ciel rotta ogni lancia,
     Del gran rumor ſu viſto il mar gonſiarli
     Del gran rumor che s’ udi ſino in Frácia,
     Venne Orlado e Gradaſſo a riſcótrarfi
     E potea ſtare vgual queſta bilancia
     Se non era il vantaggio di Baiardo,
     Che ſé parer Gradaſſo piú gagliardo

 [70]
Percoſſe egli il deſtrier di minor ſorza
     Ch’ Orlado hauea, d’ un vrto coſi ſtrano,
     Che lo fece piegare a poggia e ad orza
     E poi cader, quato era lungo, al piano,
     Orlando di leuarlo ſi risforza
     Tre volte e qttro, e co ſproni, e co mano,
     E quado al ſin noi può leuar, ne ſcende
     Lo ſcudo imbraccia e Baliſarda prende.

 [71]
Scòtroſſi col Re d’ Africa Oliuiero
     E fur di quello incotro a paro a paro:
     Brandimarte reſtar ſenza deſtriero
     Fece Sobrin, ma non ſi ſeppe chiaro
     Se v’ hebbe il deſtrier colpa o il caualliero
     Ch’ auezzo era cader Sobrin di raro
     O del deſtriero o ſuo pur foſſe il fallo
     Sobrin ſi ritrouo giú del cauallo.

 [72]
Hor Brandimarte che vide per terra
     Il Re Sobrin, non l’aſſali altrimente
     Ma contra il Re Gradaſſo ſi diſſerra
     C hauea abbattuto Orlando parimente,
     Tra il Marcheſe e Agramate ado la guerra
     Come ſu cominciata primamente,
     Poi che ſi roppon l’haſte ne gli feudi
     S’ eran tornati incontra a ſtocchi ignudi.

 [73]
Orlando che Gradaſſo in atto vede
     Che par ch’a lui tornar poco gli caglia,
     Ne tornar Brádimarte gli concede
     Tanto lo ſtringe, e tanto lo trauaglia,
     Si volge intorno, e Umilmente a piede
     Vede Sobrin, che ſta ſenza battaglia,
     Ver lui s’ auenta, e al muouer de le piate
     Fa il ciel tremar del ſuo fiero ſembiante.

 [74]
Sobrin che di tato huom vede l’affalto
     Stretto ne l’arme s’apparecchia tutto
     Come nocchiero a cui vegna a grá ſalto
     Muggendo incotra il minaccioſo flutto,
     Drizza la prora, e quado il mar tant’ alto
     Vede ſalire: eſſer vorria all’afeiutto:
     Sobrin lo ſcudo oppone alla ruina
     Che da la ſpada vien di Fallerina.

 [75]
Di tal ſinezza e quella Baliſarda
     Che l’arme le puon far poco riparo,
     In man poi di perſona ſi gagliarda
     In man d’ Orlado vnico al mòdo o raro,
     Taglia lo ſcudo: e nulla la ritarda
     Perche cerchiato ſia tutto d’acciaro:
     Taglia lo ſcudo e ſino al fondo fende
     E ſotto a quello in ſu la ſpalla ſcende.