Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/456


 [92]
Perche gli diſſe, e lo ſé chiaro e certo,
     Che qual trouolla tal gli la rendea,
     E benché degno era d’ogni onta í merto
     De la diſcortefia, ch’ufata hauea,
     Pur contentar, d’hauerlo allo ſcoperto
     Fatto ſtar tutte notte, ſi volea,
     Ne l’eſcufa accetto che foſſe Amore
     Stato cagion di coli graue errore.

 [93]
Ch’ Amor die far gentile vn cor villano
     E non far d’ un gentil contrario effetto,
     Partito che ſi ſu di qui Triſtano
     Clodion non ſte molto a mutar tetto,
     Ma prima conſegno la rocca in mano
     A vn cauallier, ch molto gli era accetto,
     Con patto ch’egli, e chi da lui veniſſe,
     Queſt’ uſo in albergar ſempre ſeguiſſe.

 [94]
Che’l cauallier e’ habbia maggior poſſanza
     E la dona beltá, ſempre ci alloggi?
     E chi vinto riman voti la ſtanza
     Dorma fu’l prato, o altroue ſcenda e poggi?
     E ſinalmente ci ſé por l’ufanza
     Che vedete durar fin’ al di d’hoggi,
     Hor mentre il cauallier queſto dicea
     Lo ſcalco por la menſa fatto hauea.

 [95]
Fatto l’hauea ne la gran ſala porre
     Di che non era al mondo la piú bella,
     Indi con torchi acceſi venne a torre
     Le belle donne, e le conduſſe in quella:
     Bradamate all’entrar co gliocchi ſcorre
     E ſimilmente fa P altra Donzella
     E tutte piene le ſuperbe mura
     Veggon di nobiliſſima pittura.

 [96]
Di ſi belle ſigure e adorno il loco
     Che per mirarle oblian la cena quaſi,
     Anchor che a i corpi non biſogni poco
     Pel trauaglio del di laſſi rimaſi,
     E lo ſcalco ſi doglia, e doglia il coco
     Che i cibi laſcin raffreddar ne i vaſi,
     Pur ſu chi diſſe meglio ſia che voi
     Paſciate prima il ventre, e gliocchi poi.

 [97]
S’erano affifi e porre alle viuande
     Voleano man, quando il Signor s’ auide
     Ch l’alloggiar due dòne evn’error grade
     L’una ha da ſtar l’altra cóuien che ſnide,
     Stia la piú bella, e la men ſuor ſi mande
     Doue la pioggia bagna e’l vento ſtride,
     Perch no vi ſon giúte amedue a vn’ hora
     L’una ha a partire e l’altra a far dimora.

 [98]
Chiama duo vecchi e chiama alcue ſue
     Donne di caſa, a tal giuditio buone,
     E le donzelle mira, e di lor due
     Chi la piú bella ſia fa paragone,
     Finalmente parer di tutti ſue
     Ch’era piú bella la ſiglia d’Anione
     E non men di beltá l’altra vincea
     Che di valore i guerrier vinti hauea.

 [99]
Alla donna d’ Manda che non ſanza
     Molta foſpition ſtaua di queſto
     Il Signor diſſe, che ſeruian l’ufanza
     Non v’ ha donna a parer ſé non honeſto,
     A voi cóuien procacciar d’altra ſtanza:
     Quado a noi tutti e chiaro e manifeſto
     Che cortei di bellezze e di ſembianti
     Anchor ch’inculta ſia, vi paſſa inanti.