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canto quarantesimosecondo 225


4
     Il vedervi cader causò il dolore
che i vostri a furor mosse e a crudeltade.
S’eravate in piè voi, forse minore
licenzia avriano avute le lor spade.
Eravi assai, che la Bastia in manche ore
v’aveste ritornata in potestade,
che tolta in giorni a voi non era stata
da gente cordovese e di Granata.

5
     Forse fu da Dio vindice permesso
che vi trovaste a quel caso impedito,
acciò che ’l crudo e scelerato eccesso
che dianzi fatto avean, fosse punito:
che, poi ch’in lor man vinto si fu messo
il miser Vestidel, lasso e ferito,
senz’arme fu tra cento spade ucciso
dal popul la piú parte circonciso.

6
     Ma perch’io vo’ concludere, vi dico
che nessun’altra quell’ira pareggia,
quando signor, parente, o sozio antico
dinanzi agli occhi ingiurïar ti veggia.
Dunque è ben dritto per sí caro amico,
che subit’ira il cor d’Orlando feggia;
che de l’orribil colpo che gli diede
il re Gradasso, morto in terra il vede.

7
     Qual Nomade pastor che vedut’abbia
fuggir strisciando l’orrido serpente
che il figliuol che giocava ne la sabbia,
ucciso gli ha col venenoso dente,
stringe il baston con colera e con rabbia;
tal la spada d’ogni altra piú tagliente
stringe con ira il cavallier d’Anglante:
il primo che trovò, fu ’l re Agramante;