Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/474

468 canto


72
     Eran tre cavallier che valean tanto,
che pochi al mondo valean piú di loro;
et eran quei che ’l dí medesmo a canto
veduti a quella messaggiera fôro;
quei ch’in Islanda s’avean dato vanto
di Francia riportar lo scudo d’oro:
e perché avean meglio i cavalli punti,
prima di Bradamante erano giunti.

73
     Di loro in arme pochi eran migliori,
ma di quei pochi ella sará ben l’una;
ch’a nessun patto rimaner di fuori
quella notte intendea molle e digiuna.
Quei dentro alle finestre e ai corridori
miran la giostra al lume de la luna,
che mal grado de’ nugoli lo spande
e fa veder, ben che la pioggia è grande.

74
     Come s’allegra un bene acceso amante
ch’ai dolci furti per entrar si trova,
quando al fin senta dopo indugie tante,
che ’l taciturno chiavistel si muova;
cosí volontarosa Bradamante
di far di sé coi cavallieri prova,
s’allegrò quando udí le porte aprire,
calare il ponte, e fuor li vide uscire.

75
     Tosto che fuor del ponte i guerrier vede
uscire insieme o con poco intervallo,
si volge a pigliar campo, e di poi riede
cacciando a tutta briglia il buon cavallo,
e la lancia arrestando, che le diede
il suo cugin, che non si corre in fallo,
che fuor di sella è forza che trabocchi,
se fosse Marte, ogni guerrier che tocchi.