Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/28

22 canto


84
     Di questo ho da contarvi piú di sotto:
or dirò di Grifon, ch’alla sua giunta
un paio e piú di lancie trovò rotto,
menato piú d’un taglio e d’una punta.
Dei piú cari e piú fidi al re fur otto
che quivi insieme avean lega congiunta;
gioveni, in arme pratichi et industri,
tutti o signori o di famiglie illustri.

85
     Quei rispondean ne la sbarrata piazza
per un dí, ad uno ad uno, a tutto ’l mondo,
prima con lancia, e poi con spada o mazza,
fin ch’al re di guardarli era giocondo;
e si foravan spesso la corazza:
per giuoco in somma qui facean, secondo
fan gli nimici capitali, eccetto
che potea il re partirli a suo diletto.

86
     Quel d’Antïochia, un uom senza ragione,
che Martano il codardo nominosse,
come se de la forza di Grifone,
poi ch’era seco, participe fosse,
audace entrò nel marzïale agone;
e poi da canto ad aspettar fermosse,
sin che finisce una battaglia fiera
che tra duo cavallier cominciata era.

78
     Il signor di Seleucia, di quell’uno,
ch’a sostener l’impresa aveano tolto,
combattendo in quel tempo con Ombruno,
lo feri d’una punta in mezzo ’l volto,
sí che l’uccise: e pietá n’ebbe ognuno,
perché buon cavallier lo tenean molto;
et oltra la bontade, il piú cortese
non era stato in tutto quel paese.