Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/61


terzo 55


52
     A grande uopo gli fia l’esser prudente,
e di valore assimigliarsi al padre;
che si ritroverá, con poca gente,
da un lato aver le veneziane squadre,
colei da l’altro, che piú giustamente
non so se devrá dir matrigna o madre;
ma se pur madre, a lui poco piú pia,
che Medea ai figli o Progne stata sia.

53
     E quante volte uscirá giorno o notte
col suo popul fedel fuor de la terra,
tante sconfitte e memorabil rotte
dará a’ nimici o per acqua o per terra.
Le genti di Romagna mal condotte,
contra i vicini e lor giá amici, in guerra,
se n’avedranno, insanguinando il suolo
che serra il Po, Santerno e Zannïolo.

54
     Nei medesmi confini anco saprallo
del gran Pastore il mercenario Ispano,
che gli avrá dopo con poco intervallo
la Bastía tolta, e morto il castellano,
quando l’avrá giá preso; e per tal fallo
non fia, dal minor fante al capitano,
che del racquisto e del presidio ucciso
a Roma riportar possa l’aviso.

55
     Costui sará, col senno e con la lancia,
ch’avrá l’onor, nei campi di Romagna,
d’aver dato all’esercito di Francia
la gran vittoria contra Iulio e Spagna.
Nuoteranno i destrier fin alla pancia
nel sangue uman per tutta la campagna;
ch’a sepelire il popul verrá manco
tedesco, ispano, greco, italo e franco.