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52 canto


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     Vedi in un bello et amichevol groppo
de li principi illustri l’eccellenza:
Obizzo, Aldrobandin, Nicolò zoppo,
Alberto, d’amor pieno e di clemenza.
Io tacerò, per non tenerti troppo,
come al bel regno aggiungeran Favenza,
e con maggior fermezza Adria, che valse
da sé nomar l’indomite acque salse;

41
     come la terra, il cui produr di rose
le diè piacevol nome in greche voci,
e la cittá ch’in mezzo alle piscose
paludi, del Po teme ambe le foci,
dove abitati le genti disïose
che ’l mar si turbi e sieno i venti atroci.
Taccio d’Argenta, di Lugo e di mille
altre castella e populose ville.

42
     Ve’ Nicolò, che tenero fanciullo
il popul crea signor de la sua terra.
e di Tideo fa il pensier vano e nullo,
che contra lui le civil arme afferra.
Sará di questo il pueril trastullo
sudar nel ferro e travagliarsi in guerra;
e da lo studio del tempo primiero
il fior riuscirá d’ogni guerriero.

43
     Fará de’ suoi ribelli uscire a vòto
ogni disegno, e lor tornare in danno;
et ogni stratagema avrá sí noto,
che sará duro il poter fargli inganno.
Tardi di questo s’avedrá il terzo Oto,
e di Reggio e di Parma aspro tiranno,
che da costui spogliato a un tempo fia
e del dominio e de la vita ria.