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secondo 37


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     E poi ch’al fin le parve esserne chiara,
gli disse: — Cavallier, datti riposo,
che ben può la mia giunta esserti cara,
parerti questo giorno aventuroso.
Andiam pur tosto a quella stanza avara,
che sí ricco tesor ci tiene ascoso;
né spesa sará invan questa fatica,
se Fortuna non m’è troppo nemica.—

61
     Rispose il cavallier:— Tu vòi ch’io passi
di nuovo i monti, e mostriti la via?
A me molto non è perdere i passi,
perduta avendo ogni altra cosa mia;
ma tu per balze e ruinosi sassi
cerchi entrar in pregione; e cosí sia.
Non hai di che dolerti di me, poi
ch’io tel predico, e tu pur gir vi vòi.—

62
     Cosí dice egli, e torna al suo destriero,
e di quella animosa si fa guida,
che si mette a periglio per Ruggiero,
che la pigli quel mago o che la ancida.
In questo, ecco alle spalle il messaggiero,
ch’: — Aspetta, aspetta! — a tutta voce grida,
il messaggier da chi il Circasso intese
che costei fu ch’all’erba lo distese.

63
     A Bradamante il messaggier novella
di Mompolier e di Narbona porta,
ch’alzato li stendardi di Castella
avean, con tutto il lito d’Acquamorta:
e che Marsilia, non v’essendo quella
che la dovea guardar, mal si conforta,
e consiglio e soccorso le domanda
per questo messo, e se le raccomanda.