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34 canto


48
     Poi che fur giunti a piè de l’alta ròcca,
l’uno e l’altro volea combatter prima;
pur a Gradasso, o fosse sorte, tocca,
o pur che non ne fe’ Ruggier piú stima.
Quel Serican si pone il corno a bocca:
rimbomba il sasso e la fortezza in cima.
Ecco apparire il cavalliero armato
fuor de la porta, e sul cavallo alato.

49
     Cominciò a poco a poco indi a levarse,
come suol far la peregrina grue,
che corre prima, e poi vediamo alzarse
alla terra vicina un braccio o due;
e quando tutte sono all’aria sparse,
velocissime mostra l’ale sue.
Sí ad alto il negromante batte l’ale,
ch’a tanta altezza a pena aquila sale.

50
     Quando gli parve poi, volse il destriero,
che chiuse i vanni e venne a terra a piombo,
come casca dal ciel falcon maniero
che levar veggia l’anitra o il colombo.
Con la lancia arrestata il cavalliero
l’aria fendendo vien d’orribil rombo.
Gradasso a pena del calar s’avede,
che se lo sente addosso e che lo fiede.

51
     Sopra Gradasso il mago l’asta roppe;
ferí Gradasso il vento e l’aria vana:
per questo il volator non interroppe
il batter l’ale, e quindi s’allontana.
Il grave scontro fa chinar le groppe
sul verde prato alla gagliarda alfana.
Gradasso avea una alfana, la piú bella
e la miglior che mai portasse sella.