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quintodecimo 335


48
     Metto all’incontro la morte d’un solo
alla salute di gente infinita. —
— Vattene in pace (rispose), figliuolo;
Dio mandi in difension de la tua vita
l’arcangelo Michel dal sommo polo: —
e benedillo il semplice eremita.
Astolfo lungo il Nil tenne la strada,
sperando piú nel suon che ne la spada.

49
     Giace tra l’alto fiume e la palude
picciol sentier ne l’arenosa riva:
la solitaria casa lo richiude,
d’umanitade e di commercio priva.
Son fisse intorno teste e membra nude
de l’infelice gente che v’arriva.
Non v’è finestra, non v’è merlo alcuno,
onde penderne almen non si veggia uno.

50
     Qual ne le alpine ville o ne’ castelli
suol cacciator che gran perigli ha scorsi,
su le porte attaccar l’irsute pelli,
l’orride zampe e i grossi capi d’orsi;
tal dimostrava il fier gigante quelli
che di maggior virtú gli erano occorsi.
D’altri infiniti sparse appaion l’ossa;
et è di sangue uman piena ogni fossa.

51
     Stassi Caligorante in su la porta;
che cosí ha nome il dispietato mostro
ch’orna la sua magion di gente morta,
come alcun suol de panni d’oro o d’ostro.
Costui per gaudio a pena si comporta,
come il duca lontan se gli è dimostro;
ch’eran duo mesi, e il terzo ne venía,
che non fu cavallier per quella via.