Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/101


quinto 95


56
     Il seguente matin, senza far motto
al suo fratello o ad altri, in via si messe
da la mortal disperazion condotto;
né di lui per piú dí fu chi sapesse.
Fuor che ’l duca e il fratello, ogn’altro indòtto
era chi mosso al dipartir l’avesse.
Ne la casa del re di lui diversi
ragionamenti e in tutta Scozia fêrsi.

57
     In capo d’otto o di piú giorni in corte
venne inanzi a Ginevra un vïandante,
e novelle arrecò di mala sorte:
che s’era in mar summerso Arïodante
di volontaria sua libera morte,
non per colpa di borea o di levante.
D’un sasso che sul mar sporgea molt’alto
avea col capo in giú preso un gran salto.

58
     Colui dicea: — Pria che venisse a questo,
a me che a caso riscontrò per via,
disse: — Vien meco, acciò che manifesto
per te a Ginevra il mio successo sia;
e dille poi, che la cagion del resto
che tu vedrai di me, ch’or ora fia,
è stato sol perc’ho troppo veduto:
felice, se senza occhi io fossi suto! —

59
     Eramo a caso sopra Capobasso,
che verso Irlanda alquanto sporge in mare.
Cosí dicendo, di cima d’un sasso
lo vidi a capo in giú sott’acqua andare.
Io lo lasciai nel mare, et a gran passo
ti son venuto la nuova a portare. —
Ginevra, sbigottita e in viso smorta,
rimase a quello annunzio mezza morta.