Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/25


i - canzoni 19

salir qui dove è tutto il ben raccolto;
del qual sentendo tu di mille parti
l’una, giá spento il tuo dolor sarebbe
30ch’amando me (come so ch’ami) debbe
il mio piú che ’l tuo gaudio rallegrarti,
tanto piú ch’al ritrarti
salva da le mondane aspre fortune,
sei certa che commune
35l’hai da fruir meco in perpetua gioia,
sciolta da ogni timor che piú si moia.


     Segui pur senza volgerti la via
che tenut’hai sin qui sí drittamente;
ch’al cielo e alle contente
40anime altra non è che meglio torni.
Di me t’incresca, ma non altamente
che, s’io vivessi ancor, t’incresceria
d’una partita mia
che tu avessi a seguir fra pochi giorni;
45e se qualche e qualch’anno anco soggiorni
col tuo mortale a patir caldo e verno,
lo déi stimar per un momento breve
verso quest’altro, che mai non riceve
né termine né fin, vivere eterno.
50Volga Fortuna il perno
alla sua ruota in che i mortali aggira;
tu quel ch’acquisti mira,
da la tua via non declinando i passi;
e quel che a perder hai, se tu la lassi.


     55Non abbia forza il ritrovar di spine,
e di sassi impedito il stretto calle,
di farti dar le spalle
al santo monte per cui al ciel tu poggi,
sí che all’infida e mal sicura valle
60che ti rimane a drieto, il piè decline;