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i - canzoni 17

95per sacra via trar catenati colli.
De l’altre piaghe, onde son quasi morta,
forse sarei risorta,
ma questa è in mezo il cor quella percossa
che da me ogni speranza m’ha rimossa. —
100Turbato corse il Tibro alla marina,
e ne die’ annonzio ad Ilia sua, che mesta
gridò piangendo: — Or questa
di mia progenie è l’ultima ruina. —
Le sante Ninfe, i boscarecci dèi
105trassero al grido a lacrimar con lei.


     E fu sentito in l’una e l’altra riva
pianger donne e donzelle e figlie e matri,
e da’ purpurei patri
alla piú bassa plebe il popul tutto;
110e dire: — O patria, questo dí fra li atri
d’Alia e di Canne a’ posteri si scriva;
quei giorni che captiva
restasti e che ’l tuo imperio fu distrutto,
né piú di questo son degni di lutto. —
115Il desiderio, signor mio, e il ricordo
che di te in tutti gli animi è rimaso,
non trarrá giá all’occaso
sí presto il violento fato ingordo;
né potrá far che, mentre voce e lingua
120formin parole, il tuo nome si estingua.


     Pon’ queste appresso l’altre pene mie,
ché di salir al mio signor, Canzone,
sí ch’oda tua ragione,
d’ogn’intorno ti son chiuse le vie;
125piacesse ai venti almen di rapportarli
che di lui sempre o pensi o pianga o parli!