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Nicolao quinto summo pontefice, lo impulseno ornarlo de milizia, facendoli cum molta gloria dono di quella spada, quale sopra l’altaro magiore de san Pietro la nocte de Natale se tiene, celebrante li divini offici, in significazione che in tal nocte nacque il Re supremo; dove poi epsa spada se non ad altissimi principi cum summo trionfo e gloria donare se suole. Unde fu poi tanto omo, per publico decreto, «de la patria parente» meritamente appellato, come testano ne’ divi templi li soi militari trofei. Onde non patrizia, ma imperiai sepoltura consegui a la morte. Questo conte Andrea suo figliuolo, essendo dunque a quisti nostri bagni, doppo lo assumpto disenare, come uomo benigno e grazioso, insieme cum la sua compagnia, de venusti giochi, suoni, canti e balli dilecto prendeva; a’ quali festevoli piaceri tutti li bagnaroli e altre gente de varie nazioni quivi come curiali concorrevano. E in questi solazzi stalo tanto che Febo avesse le sue forze alquanto dimesse, e facto cum liberale dolceza de vini e confecti, secondo el luoco, colacionare a chi fosse piaciuto, de quivi se partivano cum suoni, canti e piacevoli parlamenti, andando un giorno a mano destra, e l’altro a mano sinistra drieto il fiume di Reno, ivi propinquo, tanto che trovavano qualche ameno colle sopra uno praticello, vestito de odorifere erbette e cinto de frondenti e ombrosi arboselli. E quivi posto reverentemente per discreti famigli alcuni cipriani tapeti, e sopra epsi ogni uomo postosi fraternamente a sedere, per fugire l’ozio c il dormire diurno (cose mortale a cui beve la poretana aqua), piacevoli ed aspri casi d’amore e altri advenimenli, cosí ne’ moderni tempi come negli antiqui avenuti, cominciavano a chi meglio narrare sapeva, finché l’aere li potesse offendere per la declinazione del sole. Poi indrieto retornavano, cantando versi d’amore e de zoglia, a loro abitazione, a prendere li necessari cibi, doppo li quali si faceva qualche danza e gioco a lume di torze, finché veniva il tempo de prendere li nocturni riposi, avendo alquanto le stelle dimostrato la loro luce. Di che audendo io, datissimo principe, cum summo piacere tante varie novelle narrate per diverse persone, me parea cosa indegna non farne qualche memoria, posto ch’cl mio exiguo