Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/65

NOVELLA XII

Certi gioveni da Arezio menano uno suo compagno in abito feminile a Monte San Savino a danzare, e il priore de’ frati de sancto Angustino se inamora; dove remane vituperato.

Spectantissimi gentilomini, eravamo certi gioveni aretini tutti piacevoli e gentili, che usavamo per nostro diporto e refrigerio andare alcuna volta nel nostro contado a certe feste che se li fano. Di che, partendoce da Arezzo de mezo agosto e andando a Monte San Savino, dove se’ fa la Festa de la Regina del cielo e correse uno palio cum cavalle, e doppo dexinare se danza sopra una bella piazza del castello sino quasi a l’occaso del sole da gioveni e damiselle di quello luoco e delle circunstanzie menaino cum nui uno nostro compagno prete, de etate circa de sedeci anni, piacevole, virtuoso, faceto e molto legiadro, nominato ser Francesco di Ludomero. Il quale essendo di tal forma da Dio dotato, che, chi in fazzia gli guardava, vedere gli parea una bellissima dongiella, il facemo ad una gentildonna fiorentina ornare di camura di seta, de camicia, di calze e di capo alla conciatura muliebre fiorentina, in modo tale che fra l’abito e il parlare feminile pareva propriamente una giovene del paradiso uscita. Onde, giunto epso cussi ornato cum nui al luoco ove se danzava, e facto gentile reverenzia a tutte le persone de la festa, fu posto a sedere subitamente in luoco onorevole fra l’altre donne. Ed essendo la sua bellezza tanta, come avete inteso, in lui, corno in cosa miracolosa, erano drizati lutti gli occhi degli omini e de le donne de la festa, e in modo tale che non se potevano saciare de mirare e contemplare l’angelica sua fazzia e li suoi onesti portamenti e gentili costumi. E giá inamorati de lui alcuni gioveni, l’uno a prova de l’altro se sforzavano de danzare sieco, e tanto