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pieni, li capilli anellati e biondi e il candido viso de cremisino mescolato, e le dolce acog^lienzie e legiadre maniere, deliberò in emendazione del suo fallo prenderla per cara donna. E lassatola stare e confortatola benignamente non avesse timore e che a suo piacere andasse a dormire, venuta la mattina, a bona otta la menò a casa de una discreta e onesta donna, nominata madonna Ioanna di Brighenli, a cui ella quanto l’anima sua propria recomandò. Facto questo, andò per mio patte, che era sartore a la botega, e feceli fare una carnuta e uno bello vestito e l’altre cose opportune a l’abito donnesco, e lasciolli crescere li capilli, i quali cresciuti, e cum fatica inteso lei essere nominata Maria, onorevolmente la prese per moglie. Il che inteso per la terra, fu epsa tutta piena de festa e de amirazione. In questo megio essendo il patte e la matte giá andati a Roma e indietro retornando, in diversi luoghi, come piacque a Dio (secundo che fu poi decto a Rosello e a la moglie) morirono. Or stando costoro insieme come cari coniuncti. Maria, stimolata dal divino timore, essendo giá instructa assai de la italica lingua, confortò Rosello volesse dimettere lo exercizio militare, quantunque fusse degno, e per piú riposo darse al vivere civile. E cusi costui, compiacendo la donna, vendette arme e cavalli e se transferitte a Bologna a stare in su la piacetta de San Michele da le Broxete, dove fra li denari aveva e la virtute de la donna, la quale de cusire era optima maestra, viveano, secondo la loro condizione, onorevolmente. E cusi ne la copulata fede onestamente dimorando, disse la donna in questa forma un giorno al marito: — Rosello, di poi tu mi rapisti a li cari miei parenti, giamai del mio pedo la pietate de loro s’è partita, considerando che piú presto riposo che affanno le loro membra rechedevano. Solo per me, trista feminella, che li era unica figliuola, de le nostre ultime parte per andare a Roma se partirono, adziò cum loro vedesse la sancta effigie del nostro Salvatore, che ancora mediante li nostri iusti effecti nelli eterni regni speramo di vedere; di che sono morti senza effecto de la loro c mia speranza de piú in questo mondo vederce. Or a la voluntá de Dio non contradire, ma concordare ce debiamo. Io averei grandissima