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questa forma dixe; — Graziosa giovene, unica speranza de tutti li miei pensieri, tu sai che fin da’ teneri anni la tua bellezza, la tua virtú, l’adorno tuo parlare e la excellenzia de! tuo sangue me hanno fatto in tal modo a ti sugetto, che altro non bramo, altro non penso, altro non desio, se non far cosa te sia benigna e grata; e credo sapi ancora ch’el tuo padre, iniustamente ingrato e poco discreto al nostro amore, reputandome indegno marito (corno sono) a la tua prestanzia, ha negato e nega de darmete per moglie; che certo tanto sottilmente guardare non doverebbe, sapendo quante sono l’antique mie richezze e nobiltá, e che senza fin te amo. E credo sapi ancora che multi nobili gioveni te hanno voluta per moglie, e veruno mai non gli è pinzuto, come colui forse che a se istcsso non piace, in modo che la tua gioventú indarno s’è consumata e consuma; ché meglio sarebbe stato certamente e sarebbe ch’egli (come savio cavaliero) a cui te brama te avesse maritata, che lassarle passare el fiore della toa etade. Questa è stata potissima casone che m’ha inducto a parlar teco in questo luoco, per farte intender che, poi ch’el tuo padre te ha negato per sue scioche rasone fino a questa etá marito, che tu a tuo modo e secondo l’animo tuo ne vogli prendere uno, che cosí le lege civile te concedeno; e, quando te piada che abi a esser quello fche umilmente con tutto el core te ne priego), non fu né sera mai la piú lieta e degna copia de marito e moglie al mondo, che saremo noi. Dunque prendi animo, poi che Amore el concede, e senza indusia vieni meco; ché poi, sapendo i tuoi parenti come la cosa sia passala, son certo che restaranno oltra modo lieti e contenti. — A questo invito traendo l^lia uno alto sospiro, in questO’ modo rispose: — Le tue dolce parole, Malatesta mio, da me sopra tutte le cose del mondo amato, cognosco essere vere; per questo, acciò non occupiamo il tempo, te concludo ch’io sono contenta de averti per mio signore e marito, perché sempre la tua virtú e condizione ornata de gentili costumi me hanno faao, rispecto a te, ogni altro picolo e vile. Si che ralégrate che io me aparechio, se ben ne dovesse fiera morte sostenere, seguirte dovunque vorai, acciò coniugalmente usar possiamo