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Novella XXIX. — Filisteo, araldo del re de Aragona, dona robba e denari al buifone de l’imperatore; il che reputando il re in grande onore, il munifica ricamente. pag- 173 Novella XXX. — Misser Ludovico, araldo della communitá de Bologna, va da la sua sposa e cum lei prende piacere. La madre de epsa il sente e turbasse, e disfasse la parentella; e lui, aiegro de quello ha facto, ne prende un’altra e poi se trova vituperato. » 177 Novella XXXL — Madonna Sulpicia di Tebaldi inopinatamente è richiesta del suo amore da uno suo amante, e lei, come savia, cum piacevole risposta se difende: dove l’amante resta vergognato. » 183 Novella XXXII. — Ladislao, re di Ispagna, dolosamente, in casa de uno suo amico, una figliuola de uno suo citadino se fa condure, per avere piacere cum lei, la quale cum morale rasone ed exempli defende la sua onestá; dove in sucesso diviene onorata regina. » 187 Novella XXXIII. — E 1 marchese de Mantoa vòle maritare madonna Cassandra ad Alexandro Marone suo cortesano; e lei, intendendo la compagnia li vuole fare, dice noi volere, perché, quando fusseno coruzati, non potrebbono far la pace. E disfasse la parentella... » *97 Novella XXXIV. — Lentilio per amare consuma il suo e diventa gu.ardatore de oche per substcntare la sua vita; e poi inopinatamente per una oca fu restaurato da l’amata donna, e quella prende per moglie. » 203 Novella XXXV. — Roberto de Ferrara, ad instanzia del signore de Padua, manda la moglie a provare la continenzia de misser Brandilisc Gozadino, doctore bolognese suo secretarlo, il quale perde la continenzia e amorosamente combatte la donna: dove il marito creppa de paura, cum gran piacere del signore, e misser Brandilise resta vergognato . . . . > 3II Novella XXXVI. — Lipparello da Gamaglioni se asconde in una cassa, e ordena cum la moglie dia la i>osta a don Pedruzo per bastonarlo; il qual viene e sopra la cassa cum la moglie se dá piacere. » 217 Novella XXXVII. — La moglie di Francescotto fa venire un prete a lei e per paura il fa ascondere in una botte; e Francescotto lo conduce sopra un carro a Bologna, dove gli è cum suo gran tormento pellato la chierica. > 221 Novella XXXVIII. — Zuco Padella, andando in zanche a furare de le persiche, è giunto e preso a modo de lupo; dove cum l’aqua bullente gli è pellato il capo e il viso ; per il che a lui e suoi discendenti eterno cognome aquista . . » 227