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H;, dolendose de la morte de don Baptista, fue decto per alcuni: — Questo don Baptista avea pur boni benifici, ma era prete disordinato e senza regula. —Alora don Ateon: —L’è vero! Io non sarò giá cosi. L’è morto cum uno malo nome de grandi peccati. Sapiate, signori patri canonici, che io andai a vederlo morto, e, tocandolo, li vidi, cum reverenzia vostra, mentulam ipsius rectam et duratn, signo che in la morte estende quilli che sono stati violatori de le sponse de Cristo. Per la qual cosa affermo quello che de lui in vita audiva, piacerli le monache. — E tanto avea tocatu e veduto morto don Baptista né altro morto figurato per lui, quanto lo asino del profeta Balaam. E, del consorzio partitose, avendo de lui lassato piacevole riso, andò in lo episcopato, e del protonotario l’ambasciata al vicario fece. Il quale, sapendo la piacevolezza, se dolse molto de la nunziata morte de don liaptista, essendo stato suo caro alevato. Disse che a Sua Signoria ad ora debita virebbe, e giá se avea facto prestare dieci ducati per le bulle de li benefici. Facta l’ambassiata, se ne tornò a casa. E, giunto in camera dei protonotario per dirli de quanto facto avea, non possette parlarli, perché Sua Signoria era cum lo eximio doctore messer leronimo Sampiero, suo attinente, nel camarino serrato. E, voltando l’occhio, vide el Manfredo messer Camillo, che sopra el lectuzo de la camera lasso e somnolente se dimostrava, e fingendo essere la nocte andato per li fructi del benificio da Rofeno. Presto cum lieti! faza se li acostoe, dicendoli; — Fratello caro, come aveti facto? — Io ho facto bene — rispose. — Tutto il formento, vino, lecti e masaricie saranno oggi quivi per ogni modo. Se tu potessi fare, fratello, che io avesse uno bichiero de malvasia, io me recomando a te, ché sono mezo morto. — Non ubiate pensiero — disse don Ateon: — 10 ve farò del bene ancora. — E, partendo per andare a madonna per la malvasia, se li fece contro dui villani, che volevano presentare 11 protonotario, li quali erano stati dal nobile c faceto omo Sigismondo da la Croce, nostro citadino e al protonotario grato, instracti. E disseno: — Don Ateon, nui siamo de li omini de la capella de San Donino, e, perché ubiamo inteso che voi séti in loco de don Baptista de Signa successo (che ne piace molto), dipoi ch’el signor messer Zoanne Bentivoglio è stato quello che ve ha dato questo benificio, a voi dicemo che questa nocte passata li è venuto Sigismundo da la Croce cum alquanti armati, e hano tagliati tutti li arbori e fructi, e vendimiato tutto lo agresto, che è stato cinque