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lui concorsi, disse: — Patri mei tutti, io ve voglio per alegreza vestire, e ve voglio far finire questa capella de la madonna : — che a vestire quisti frati solamente sarebbe costato piú de cento ducati, nonché l’entrate de quisti benifici. che son al piú ducati cinquanta, quando li avesse abiuti. E in questo, intendendo che alora alora il patte priore a Ferrara scrivea, lo pregò questa cosa al padre significare volesse, pierché lui per alegreza fare non lo potea, dicendo : — Certo dubito che quel vecchio de mio patre, come questa cosa sente, de alegreza non muora. — E cosí quella propria matina a quilli frati octo messe del Spirito Sancto fece celebrare, e un’altra messa per l’anima de don Baptista. Li frati, alegrandose cum lui e credendo fusse vero, li recordarono fusse de tanto bene verso Dio cognoscente e che prudentemente se gubernasse. E de quivi partitosi e retornando a casa, e facendo la via per la piaza e per donde stano li aurifici, ogni artifice, che lui cognoscea, de la sua alegreza letificava. P2, dicendo a certi aurifici (perché de zoglie se dilecta, quando la sua povera fortuna gliene concede) che era venuto il modo che guadagno li darebbe, e ordinando ad uno pletore li facesse alquante arme bentivoglie per pore a li benifici, giunse a casa al protonotario, che pur alora avea decto l’ofiicio, e disseli che venia da San Salvatore. E Sua Signoria, vedendo non avea obedito stare in casa, li disse che era opportuno de quisti benifici fusse investito; di che andasse per il vicario de lo episcopo, che a lui non tediasse el venire doppo desinare, che lo faria investire. E lui li andò e trovò per ventura racolto il consorzio sacerdotale p>er certe occorenzie, e presuntuosamente entrò dentro per impetrare la mansonaria era del don Baptista. E disse : — Signori canonici e voi venerandi patri sacerdoti, l’è morto don Baptista de Signa: di che el piace a la Signoria de messer Zoanne Bentivoglio e a madonna e a monsignor protonotario che io abbia li suoi benifici; e, perché me hano facto in loco de lui suo capellano, per tanto prego le Vostre Paternitá me vogliano dare la mansonaria che avea epso don Baptista. — Questo don Ateon quasi!tutto overo una bona parte del consorzio sapendo era beffato, cum ciò fusse che don Baptista vivea, mostrò dolerse de la morte de quello, come averebbe facto, essendo sacerdote utile e sufficiente in la ecclesia, se mancato fusse. Messer Ascanio Bentivoglio canonico, degno figlio del signore, che era premunito del solacio, disse: — Don Ateon, voi non posseti avere questa mansonaria, perché l’abiamo data ad uno cantore, che abita in casa de li Morandi. —