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de messer AiinibaI Bentivoglio, ed altri de casa, li dicea cum le piú sbudelate feste del mondo : — Madonna me ha dato el benitício da Rofeno! — E cosí tutto festante se ne andò cum el protonotario in camera; il quale, per essere svigliato de uno altro solacio, disse: — Don Ateon, a mi pare, perché madonna mia matre non venga, come vorei, gagliarda a questa cosa, e perché sempre ho amato quisti Morandi, che andasti al monastero del Corpo de Cristo, e, facendoli intendere la morte de don Baptista, che voi impetrasti da sòre Illuminata, sòre Cleofe, sòre Camilla, nostra sorella, e da la matre, amantissime de madonna, che per una loro poliza ve recomandasseno a lei. — Subito, volando, don Ateon a questo monastero se transferitte, e, narrandoli la cagione de la sua venuta e cum loro dolendosi de la morte de don Baptista, cum benedire la sua anima e per quella alora orar e dire devotamente il Miserere, scripseno in comendazione de questa cosa, senza indusia, come credule de quanto aveano inteso. Come madonna ebbe questa poliza, disse, guardando nel volto a don Ateon : — Queste sòre scriveno cum grande caritá in vostro favore, ed ai nome de Dio sia! — Don Ateon tutto iubilante disse: — Madonna, quelle sòre me hanno facto tanta festa, che non se potrebbe credere, dicendo la mia presenzia li rendeva odore de la Vostra Signoria. — E mentiva, perché le sòre del Corpo de Cristo non se vedono e quasi parlare se sentono, per la chiusa grata del parlatorio: di chela sua presenzia dare odore non li poteva. Decto questo, subito se parti da madonna e andò a parlare al signore, che era di sotto nel studio; e, andando quasi correndo, urtò ser Bartolomeo Rosso cancelliero, quale fu per cadere, essendo podagroso, e disse: — Signor, don Baptista è morto: ora è il tempo che me posseti fare io abia la pieve de Rofeno; e altro bene non adimando. Madonna, monsignore, messer Annibai, messer Alexandro e tutti quelli de casa sono contenti. — Respose il signore: — Diciti a monsignor che facia lui, ché io sono contento ancora. — Advisandovi, signor — disse don Ateon, — che l’è stato qui il masáro da Rofeno cum alcuni omini : e dicono che questa nocte uno fratello de messer Bernardino Morando cum una armata ha spogliato quel benihcio de duecentocinquanta corbe de formento e centoquaranta de vino, lecti e masaricie, e queste S{>oglie ha conducte al Saxo, in lo palazo de madonna Nicolosa Sanuta. Per la qual cosa prego la Vostra Signoria, se è contenta, dica a messer Camillo Manfredo che conduca quisti fructi a Bologna, dipoiché