Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/429

afucato. — Né me maraviglio vedesse nulla, ché quasi non vide le scese candele. Cosi ragionando, andarono a casa del conte Nicolao Rangone a pregare madonna Bianca, sua pudicissima consorte, che per l’amore de Dio andasse a stringere madonna sua matre che avesse qiiisti benifici, dipoiché don Baptista avea veduto morto. Lei dicendo per niente poter li andare, li sopragiunse, come uno volante ucello, Piero credenziere, il quale parlò in l’orechia ad epsa madonna Bianca ; la quale, come vaga e calida de questo solacio, e per fare un poco don Ateon volare a la feria, a la quale per suo felice ascendente era maniero, disse: — Ben, ben, io dubito tu sii qui per altro venuto. — Aloradon Ateon, tutto turbato, disse,avitichiandose le mane: — T.’è pur una grande temptazione quella de questo diavolo! Non posso in alcuno luoco andare, che costui non me nasca a lato : credo sia una spia diabolica. — Disse il credenziere cum falso e venenoso ghigno: — Voi avereti squagliato; se voleti li dieci ducati de pensione, li potreti avere, ma altro non. — E de quindi se partitte. A don Ateon alora li venne le lacrime agli occhi, dicendo: — O madonna Bianca, guardate che cosa è questa indiscreta! Come per dieci ducati potrei io vivere mai, che pur li spendo in lo barbiero e in lo calegaro ; e se io me voglio fare un cipone de seta, me costa sei ducati? Per l’amore de Dio, io me ve recomando ! — Io, come ve ho decto — disse madonna Bianca, — non me posso al presente movere : ma andate gioso al conte, chè lui suplirá per me. — Cosi li andò, e promesseli che a le dicianove ore sarebbe da madonna e caldamente l’officio farebbe. Dal conte Nicolao partendose, andò al prolonotario, dicendo: — Monsignor mio, pregovi ve sia recomandato, ché don Baptista è morto. — Questo è vero sia morto? — disse il protonotario. — Monsignor si. — L’aveti veduto? — Io l’ho veduto e toccato. — E non dicea vero; ma lui credea averlo proprio veduto e toccato, per el desiderio grande de avere li bonifici. E if protonotario, perché non li mancasse vischio da ucellare costui, disse: - Che diavolo faceva questo prete de l’entrate de quisti benifici?— Don Ateon, che era maniero al palmone, dicea: — Questo é quel ch’io dico. Almeno, se io averò quisti benifici, io ve ne farò onore. Ma non è però da maravigliare, perché intendo consumava disolutamente ciò che poteva in meretrice ei in otnni genere musicomtn. — Il protonotario alora disse : — Per certo io voglio che noi ne chiariamo de quello; ché giá dubitai che fusse sorachiero, perché solca