Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/426

centra tutti li doctori del mondo obtenere che questa renunzia non vale. — Venuto l’ora de cena, andarono a mensa; e il credenziere, per spaventare don Ateon, serviva a la credenzia armato de falda, fíancali, coracina, celatina e dui grandi coltelli, uno a lato e l’altro de drieto, che li pendeva fin al buco de la schiena, che parea (essendo picelo, tondo, uno poco gibbo e de collo curto) uno fiero spadacino da non temerne sei. E cosí cenandose, lui e don Ateon se botenezavano a le volte. Il prefato credenziere alcuna volta, quando a don Ateon era portato il bichiero del vino, per darli suspecto del veneno, se movea da la credenzia e ponevali uno altro bichiero e levava via il primo, dicendo a quilli servitori cum sdegnato viso: — Chi ha portato qui questo vino de madonna?— Come il credenziere era a la credenzia tornato, dicea don Ateon cum sumissa voce e cenno ad uno di .servitori, che li portasse uno altro bichiero de vino, ponendo quello del credenziero da parte; in modo don Ateon sinistro pativa del bere, per susjjecto de essere avenenato, aciò il suo rico episcopato si presto non perdesse. La matina sequente, che tue luni, don Ateon, per intendere bene il facto suo, adimandò il medico che curava don Baptista, come stava. Rispose in secreto, come li era stato decto respondesse, che stava male e che credea a quella ora fuBse morto. Questo presto significatolo al protonotario e recomandatose assai a Sua Signoria, venne poi messer Bernardino Morando, dicendoli che se avea la sera facto portare a casa don Baptista per gubernarlo da bon parente, e che se avea facto condure del benificio da Rofeno duecentocinquanta corbe de fermento e corbe centocinquanta de vino brusco picelo, che pare nel bichiero scaturire argento vivo, e che la matina don Baptista era morto. Il quale la sera, quando se lo fece portare a casa, adaptò seco molto bene le cose del benificio. Odendo questo don Ateon, che ivi era, disse, coruciato, che la renunzia non valea niente e che a suo dispecto restituirebbe ogni cosa. Alora monsignor protonotario disse: — Io voglio assettarvi insieme, aciò restati boni amici. — Ed, essendo l’una parte e l’altra contenti, il protonotario vòlse che messer Bernardino desse una pensione de ducati dieci l’anno a don Ateon e il benificio de San Donino; e messer Bernardino non volea, dicendo che a lui gli era stato renunziato. Or dis.se il protonotario a messer Bernardino che li desse il fermento e vino e le altre cose, che avea spogliato del benificio de Rofeno, e li dieci