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andasse al protonotario, che farebbe ogni cosa. E cosi, senza perdere tempo, andò a Sua Signoria; e, a quella recomandandose, se fece promettere altri che lui questo benifício averebbe, ed ancora il benifício di San Donino li farebbe avere. Ringraziando umilmente don Ateon monsignor protonotario, disse che li bastava el benifício de Kofeno, perché era il migliore assai, e partisse da Sua Signoria, recevendo da questo e da quello festa di tal cosa. El protonotario, ridendo, disse : — Oh diavolo ! in che fatica non pensata sono entrato, a condure questo ucello a la desiderata rete! — In questo, e ad ordinato tempo, giunge novella che don Baptista muore, e di poi un’altra che era migliorato; di che don Ateon mò freddo mò caldo diveniva. Al quale se fece avanti ser Annibai Campanazo, nostro egregio citadino e de madonna prudentissimo sescalco, dicendo: — Don Ateon, io voglio, per chiarirce, andiamo a vedere don Baptista; e cum noi vignirá Polo, caro favorito de la nostra madonna Bianca, di poi che piace a lei. — Io sono contento — disse. E cosí tutti tre li andarono. E prima il provido protonotario fece fare cauto don Baptista del piacere per Piero, credenziero de madonna sua matre, che, come venisse a lui don Ateon, se mostrasse molto gravato ; e, se li dimandasse, overo altri per lui, la renunzia di suoi benifici, dicesse quilli avere renunziati a messer Bernardino di Morandi. Giunti don Ateon e il suo sescalco e Polo a ca.sa de don Baptista al lecto, che a pena se vedea per essere serrate le fínestre de la camera, ché ancora non se era partito il credenziero, come era ordinato; disse il siscalco a don Baptista : — Dio ve dia salute ! — e, tocandoli il pulso, ché stava col capo torto gioso del capizale ed una gamba scoperta e traversata, se volse a don Ateon cum pietosa ciera, dicendoli: — Costui a mi pare morto. — Alora don Ateon, tocandoli ancora lui il polso e la scoperta gamba, disse : — L’è vero: lui è tutto freddo. — Poi disse : — Séti voi confessato, don Baptista?— Si, sono. Credeti sia stato a questa ora. Io sto male, non me sento la punta del naso, né dal mezo in gioso. — E questo cum grande affanno disse. Stato cusi un poco, il siscalco li adimandò se messer Bernardino Morando, che tanto l’amava, era stato a visitarlo. Respose: — Si, pur ora. — Ma che? Li averesti mai facto renunzia de’vostri benifici? — Don Baptista, che sapea ben dare colore f grazia a l’arte, respose, nichiando, cum voce fíoca e dolente: — L’è ben stato qui messer Bernardino e Piero credenziero, eh’è qui, e si me hano facto fare ora ora certa scripta di mei benifici, e non so mò in S. DKCLI Arienti, Le Porrftane. *7