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prezio: onde, facendoli bona ciera, Tadimandai chi fusse e che caso in quelle parte si poveramente l’avea conducto. Epso, respondendomi molto alTannato, disse: — Messer, io sono frate Anseimo, abbate de San Cataldo nelle parte di Grecia, el quale volendo andare a Roma per alcune occorrenzie de la mia abbazia, me posi a camino fa oggi decesepte giorni cum una mulla e cum quisti dui mei famigli a cavallo. E cavalcando ieri sera per una selva non troppo de qui lontana, fui assalito da certi orribili ladroni, che ne li soi visi dimostravano indiani; e circundato da loro in modo che fugire non averebbemo potuto, dixeno: — Domine, nui abiamo di bisogno de quello vostro mantello. — E, dette queste parole, subito mel tolsero e cum tal prestezza mel traxeno de dosso, che quasi non me ruppeno il naso. Questo acto vedendo, preso da paura di pegio, me dispiacque oltra modo, onde, rccomandandome a Dio e a san Cataldo nel cor mio, che me difendesseno da loro mani, devotamente, deliberai, poi che vendicarmi non poteva, vedere cum buone parole se poteva reavere el mantello. E cossi amonendoli del suo fallo, dixi: — Figliuoli miei, guardate quello che voi iaciate: non vogliate offendere li servi de Dio, ché lui averebbe per male; né vogliati seguire li trabuchevoli pensieri della vostra gioventute, de la quale vivendo voi ancora, ve dolerá non avere virtuosamente spesa. Di questo mondo non ne portamo auro né argento, né alcun’altra cosa, se non la fama e le bone operazione. Idio ogni peccato perdona, e sia quanto vuole grande, excepto la robba e fama di altrui. Per tanto ve priego per l’amore de lesu Cristo me lassati andare al mio viaggio, restituendomi el mio mantello per mio contento e per disgravare le vostre conscienzie, acciò non perdati la grazia de’ celestiali regni; il perché ignoramo la brevitá e lunghezza della nostra vita, ove non sapeti se domane sareti vivi. Si che dunque, figliuoli mei, renditime il mio mantello, e, si restituire non me lo voleti, crediate fermamente che al di del gran ludicio ne convereti rendere a Dio rasone. — Li ladroni, quasi alle mie parole inteneriti, intendendo che nel giorno del ludicio ne conveniano rendere rasone, dixeno subitamente: — Misser, di poi che voi