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E cosi, or runa de queste parole or l’altra dicendo e spesse volte repetendo, senza proferirne piú infino al matutino, me fece stare a l’usso de la sua camera, soffrendo non poco freddo, pur per vedere se lui prorompesse in altre parole, per intendere la sua misera fortuna. Nel qual tempo, o lui vincto dal dolore o straco da l’affanno, se dette a l’umano riposo. E io, retornato al mio lecto e narrato a la moglie quanto avea inteso, non remasi manco pieno de maraviglia che de disio de sapere chi lui fusse, avendo giá facto concepto che, essendo lui de nobile sangue disceso, dovesse essere stato da qualche rabia de fortuna calcato. E, rimasto in concordia cum la donna che de tal cosa cum lui né cum altra persona dovesse parlare, cominciai sottilmente a rimare e quadrare ogni decto e facto suo; e, ponendomi la sequente nocte e molte altre in ascolto a l’usso de la camera sua, mai possetti intendere altre parole, che le prime o de simile substanzia, salvo che alcuna volta dicea: — O cara Elisa, avesse io sequito el tuo consiglio, ch’io non me trovarci in la calamitá ch’io vivo! — Molte volte essendo cum varie e diverse parole temptato da me, mai potetti fare tanto, ch’egli me volesse scoprire la via de li suoi pensieri e de l’immenso suo dolore. Unde, ardendo ogni mio spirto de sapere la casone del suo affanno, feci alfin pensiero de parlarne cum ser Cola di Beniivogli, mio patre observandissimo, sapendo lui avere longa cognizione de le cose del mondo, e maximamente de tutti li signori e gentilomini de Italia, come quello che, essendo stato, come sapete, secretarlo de la gloriosa vostra famiglia anni sexanla o circa, generosissimo conte, era stato per tutta Italia suo mandatario. Unde, trovalo uno giorno la opportunitá de parlare seco de tal materia, narrai diffusamente, cum dirli se mai per verun tempo avea audito nominare overo cognosciuto uno conte Bernardo, conte Gerbo o conte Brandilise, i quali avea Gabriele nominato, premendo il suo dolore. El savio vechio, cognoscendo giá Gabriele, per essere piú volle meco stato a la sua camera, limando bene el suo parlare, come era suo costume, dixe: — Refrigerio, credo, per avere lecto tu molte istorie, come hai, debbi cognoscere quanto S. DEGLI Arienti, Lt Porretane. 23