Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/350

stra, monsignore, ponemo fine a questo parlare, perché, quando 10 volessi, saprei dir ch’el diavolo non seppe ben templare, perché, a mio iudicio, certamente l’averei saputo assai meglio templare io. — Ma che averesti facto tu, Malacarne? Dicelo un poco; — respose monsignore. A cui el Malacarne: — Delli mille modi ch’io ho, questo sarebbe stato l’uno e il piú debile: io l’averei facto giocare a tavole. — Il cardinale, incominciando a ridere cum quilli principali de la sua famiglia, dixe: — O pazo! non dixi io tu diresti qualche pazie? — Respose alora el Malacarne: — Monsignor mio, el non se vòle cosí ridere alla smassellata. Non ho giá dicto a la Vostra Signoria che questa via è de le mille l’una, e la piú debile ch’io ho? Ma, quando questa del giocare a tavole giovata non fusse, io ne averei avuto una sopra ogni altra optima a farli perdere ogni pazienzia. Ma taciamo, per l’amor de Dio, e non ne dicemo piú, — Alora el cardinale: — Quale è questa. Malacarne mio? Dila, per la tua fede. — A cui el Malacarne: — Io non voglio dirla al presente: questa basti. — Tu la dirai per certo ad ogni modo — respose el cardinale. E il Malacarne non volendo e repugnando, e il cardinale commandando e sforzando, alfine el Malacarne dixe: — Poiché pui voleti che dica, io lo dirò a l’aperta, monsignore; ma non vaglia poi a coruciarse. Io l’averei facto stare a servizio d’uno signore come è la Signoria Vostra. — A le quale parole el cardinale, ancora che fosse non poco offeso ne l’animo suo, per non scoprire el concepto sdegno, come prudente, incominciò cum tutti 11 astanti fortissimamente a ridere, e, acostatose al Malacarne, gli prese cum le mane le orechie, tirandogliele alquanto, e dixe: — Tu sei ben proprio Malacarne come hai el nome, ché buon sapore glie vorebbe a farle buono. — E, posto fine al riso e a le piacevole parole, dixe: — Malacarne, da poi hai cosi subtile e speculativo ingegno, io te voglio delegare una onorata impresa. Quale è che, avendome questa matina la Sanctitá del nostro signore commesso ch’io vada in castello Sancto Agnolo ad examinare uno eretico e intendere quello che dubita de la fede cristiana, voglio che sii quello che li vadi in mio luoco e che faci l’offizio cum quella piú diligenzia 1