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NOVELLA LV

Guiducio Azzoguidi, sforzato d’amore, se veste come una donna pregna, e, sotto specie de volerse confessare prima parturisca, inganna el prete da Bagnarola e cum la nepote dolcemente iace.

Non è troppo tempo, magnifico conte patruo colendissimo, bellissime e amorose donne, e voi spectatissimi gentilomini, che ne la chiesia de Sancto Pietro da Bagnarola, presso el nostro antiquo palazzo (reedificata al presente ad onore de Dio per el venerabile patre misser Lodovico di Muzoli, de religione, de liberalitá, de pii e de clementi effecti canonico tanto reverendo, quanto altro del catedrale tempio de la citá nostra), fu rectore uno prete, nominato don Filippo. 11 quale avendo una sua bella nepote chiamata Castorra, de lei s’era forte inamorato uno nostro citadino, nominato Guiducio Acciguidi, giovene de ingegno, de costumi e de famiglia non poco egregio. Il quale, andando spesso a Bagnarola, dove avea una bella possessione presso a le nostre possessione, per vedere Tamata giovene, dimorava a le volte sei o octo giorni li per vederla, operando ogni ingegno, industria e arte per parlarli e conseguire el desiato piacere del suo caldo amore. Il che non li potendo venire còlto, perché el prete teneva la giovene, quale era de bona pasta, cum diligente custodia, Guiducio ne aveva affanno e dolore assai, e quasi come disperato ne vivea. Ma, essendo pur tormentato intolerabilmente da le cocente fiamme d’amore, deliberò quelle totalmente exlinguere, se ben morire ne dovesse; unde, examinato piú giorni cum gran diligenzia che modo ^e via dovesse tenere a venire a reifecto del suo pensiero, una sera, essendo in la villa de Bagnarola non troppo distante da la chiesia, da casa de una donna vedoa sua domestica, nominata Agnese Mastellara, perché il marito faceva le mastellette, che era circa septe mesi prima morto e lei lassata gravida, li dixe: — Donna Agnese, bisogna in mio gran servizio me serviate per questa sera de una vostra stanella. S. DBCu Arienti, Le Porreiane* 33