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quelle de li suoi vicini, respondevano loro:—Mamma, prendile il gallo, ché poi averete ancora le galline. — Voi diceti il vero — respose la volpe; — ma el facto è a potere. — Pur alfine, consigliatesi seco, andò una matina, ch’era giorno chiaro, perché la fame de li figliuoli e de lei la caciava, verso la casa del gallo. E, mostrando passare oltra, come era usata, come fu presso il gallo, che un poco serrava gli occhi per fare sembiante de dormire, dextramente li voltò la testa e preselo nel collo presso la schena; e, questo facto, fugitte. Il che vedendo alcune donne de la villa, cominciarono a gridare, e, l’una invitando l’altra, uscivano fuori de le case, gridando ad alta voce: — A la volpe! a la volpe! lassa il gallo, lassa il gallo, ribalda, che l’è el mio! — La qual cosa udendo il gallo, dixe pian piano a la volpe: — Lassarne un poco, per la tua fede, e di’ a queste villanuzzc cije hanno fare di me, che tuo sono, perché guadagnato me hai; e io tei confirmerò, e poi senza suspecto de persona me goderai. — Allora la volpe, senza pensare altramente, lassato el gallo, dixe, guardando verso le gridante contadine : — L’è pur mio, ladre che séte; ché io me l’ho guadagnato, come lui sa, cum gran fatica e sudore. — E il gallo, come se vide lassato, volò incontinenti sopra uno arbore li propinquo; e la volpe, come ebbe risposto, voltatose per retòrre el gallo in boca, vide lui essere volato, che se poliva le penne. Di che schernita, guardando in suso, dixe: — L’è male parlare, quando altri non ha bisogno. — E il gallo rispose: — L’è ben pegio a dormire, quando altri non ha somno. — E, dicto questo, la volpe fugi via per tema di pegio, e il gallo, liberato, se ne tornò a casa. — Questo decto, el generoso fanciullo fece gentile reverenzia al suo patre conte e a tutta la compagnia, vendicandose, per la narrata facezia, dolce benivolenzia de tutta quella compagnia. Im quale a laude del fanciullo cura molte parole distendendose, ne fecerono grandissima festa al patre e a la maire-, pregando Dio che glielo conservasse sano e lieto longo tempo. La fanciulesca facezia, inclito principe ed excelso duca mio, non passò senza dolce riso de la piacevole brigata. La quale