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che aveti voi? Che doglia ve tormenta ora, che cusi piagneti? — L’abbate, smarendosi per la gettatura del vino, inghiottí el boccone e, per excusarse, quantunque non gli piacesse essere avinato, perché gli occhi gli abrusavano, respose cum la boca pelata: — Figliuol mio, el m’è venuto or ora una tenerezza de cuore, che giamai non ebbi la magiore, essendome ramentato che, mangiando altre volte lasagne qui, le mense de questo refectorio erano tutte piene de’ nostri fratelli, che testé non siamo se non tre. — A cui respondcndo don Domizio, tutto intenerito, che la Sua Paternitá volesse avere pazienzia e conformarse cum la divina voluntá e cum la rasone, el sensuale dolore superando, se pose anche lui in boca uno grosso boccone de le lasagne, le quale scolarono lui in tal guisa, che, travolgendo gli occhi per la scolatura, pianse caldamente; e per questo comprese subito l’abbate avere pianto per tal casone, e non per la morte de’ soi monaci. E l’abbate, avidutosene, li dixe: — Perché piangeti voi, don Domizio? — A cui epso rispose: — Patre mio, piango io ancora de quello avete pianto vui. — E, cum queste parole, cum grande ambascia tragulzato il caldo boccone, don Martino, posto lui ancora il cochiaro nel catino, ne prese una buona menata, de la quale non essendo ancora uscito el caldo, postola in boca, se scottò disconciamente. Onde, venendoli agli occhi grosse lacrime, cominciò cum la boca aperta a soffiare, come ne andasse il fiato. Il che vedendo l’abbate cum suo grande piacere, dixe: — Che v’è intravenuto, don Martino, che si soffiate? — E lui, gettando presto fuori el boccone, respose: — Io piango che Dio se ha tolto i buoni e lassato li cattivi, poiché l’uno de l’altro siamo traditori. — E, venendoli ira, dette de le mane nel catino de le lasagne si aconciamente, che tutte nel viso de lo abbate scaturirono, e in tal modo, che parca avesse empiastrato il viso de grasso. Onde, postose l’abbate presto la mano per nettarse e perché ancora alquanto era scottato, don Domizio, essendo giovene e de piacevole natura, non potette per niente ritenere le risa. Ma l’abbate, sentendose gli occhi inquinati e la cappa e ’l scapulario, avendo uno poco de ira, a grande fatica se puoté contenere che non facesse male a don Martino; e, s’el non fusse