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e comandolli che non se partisse del palazzo se prima non pagasse la pena ne la quale era incorso, volendolo quasi far incarcerare; e facto l’averebbe, se le sue virtú e la condizione de la sua famiglia non gliel’avesse negato. A cui rispose misser Dionisio cum virile ciera: — Magnijice praeior, la forma delle nostre lege municipale decerne che non me potete se non tórme diece lire de bolognini. — E cum queste parole, posto presto mano a la scarsella avea a lato e trectene diece ducati larghi, dixe: — Toliii, datime il resto. — A cui respose il pretore come isdegnato: — Io ho fornito quivi cl resto; mandatilo voi al cambiatore per esso. — Il che intendendo il Castellese, e non li essendo ancora extinta Tira, e meritamente; senza indusia se volse al procuratore ignoto, che con le bave a la boca, forte dolcndose, adimandava rasone del recevuto pugno, e dixe: — Al sancto corpo de Dio, tu averai questo altro! — E, datoli un altro fiero pugno sopra la masella sinistra, dixe: — Dominepraetor, l’è pagato piú che la pena de tutti dui li pugni; tirate a voi li danari, ché uno uomo è ben da poco non possa spendere diece ducati per saziare un suo appetito. — E, voltatoli le spalle, se n’andò a casa, lassando col viso tumefacto il procuratore ignoto, il quale come rabiato dolendose e ramaricandose infinitamente col podestá, bisognò ch’avesse pazienzia; e benché dispiacesse il seguito caso al potestá, come quello ch’era stato facto in sua presenzia, pur cum gran fatica se potè retenere de non ridere, e in fine, com’è approbata sentenzia, chi ricevette il male se ne ebbe il damno. Essendo posto fine, valoroso principe e intimo mio signore, al recitato caso, il qual non passò sanza riso de la generosa compagnia e sanza sentenzia de la brigata, (dicendo che non era costume de causidici darse delle bòtte l’uno a l’altro, anzi doppo el lungo garulare, acciò li loro principali se possano meglio recordare premiarli de denari e de unzione de madonna Gulina per farli gagliarda voce, levati poi da la presenzia de li indici, insieme restare boni fratelli e domandarse spesse volte l’un l’altro corno sono tractati da li suoi principali e quanto