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equiparare a le figliuole de’ greci e romani principi, pur questo cum gli altri peccati non dubito che seriano del regale vostro stato precipizio alfine. Unde, signor mio, se a la fine de le nostre opere sempre drittamente arme, cavagli, cog^tassemo, edifici, buono pace, fructo battaglie, ne seguirebbe. vostri exercizi Siano cum liberalitá, cum animo augusto, e mescolative cum singolare «lilecto fra il nome de illustri e famosissimi omini son stati denanti a voi nel mondo, che, non meno per le parole che per le statue di marmo o di bronzo, la sua gloria manifestano. Abrazzate cum tutte le forze del core la iustizia, regina e duce de tutte l’altre virtute; strengeti cura ogni studio la forteza, da la quale piove ne la vita umana tante maraveglie; amplificate la modestia, la temperanzia, la continenzia, le quale ve ponno far lx:ato in terra; fugiti ogni vapore tirannico, fugati da voi ogni acto lascivo, calcati cum animo grande questa libidinosa voglia, la quale adesso cum tanto impeto v’ha posto assedio. Magnificati, ch’è tempo, la mia costanzia; exaitate la mia continenzia, e cum occhio de pietoso e savio re donatime la vostra pace, el vostro sincero amore; ché piacerá infinitamente aver vinto voi istesso in questa fragile e inepta voglia. E, questo facendo, simile a Dio sareti; e, altrimente operando, indegno re meritamente appellato saresti. 11 quale titulo non senza gran misterio de prudenzia v’è tribuito. — E, dette queste parole, avendo il dolente pecto de lacrime bagnato, li baciò umilmente li piedi. E qui se taque. Il re, ancora che fusse disposto al scelerato stupro, pur, avendo gustato le sentenziose e luculente parole de la glovene, e quelle piú presto celeste che umane avendo reputate, cum potente freno strenxe dentro la libidinosa fiamma, e quella, cum grazia de la giovene e timore divino, subito extinse. Onde, pren- , dendola per la mano, la fece de ginochion levare in piedi, e dixe: — Placida, le tue efficace parole, de dolceza e auctoritá piene, me hanno inducto a fare tutto quello che grato e iucundo te sia; di che vivi secura, senza alcuna téma che abia mai piú a maculare la tua virtuosa onestate, la quale m’è tanto cara quanto tesoro del mondo. E sforzaròme col tempo de farte cognoscere che S. DEGÙ Arient:, Le Porretane. *3