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agitazione, e il stomaco in tanto bullore, che mai credo persona al mondo patisse tanto tormento e passione come fec’io: per modo che, credendo miseramente morire, fui constrecta a vomitare cose si orribile, che difficile sarebbe a credere a chi non l’avesse vedute. Il che vedendo il frate e il mio marito, me fecerono portare a letto, e, pensando per tali effecti al tutto avermi liberata, me lasciarono riposare. Unde, cominciando incontinente a repigliare le pristine forze e venendomi tuttavia a visitare el frate, non passò un mese che le perdute carne e il colore purpureo me retornó, in modo che a ciascuno parea che io fu.sse liberata. E, benché alcuna volta me sentisse grande debilitá de core, pur la suffriva, per non retornare a la lezione e suffumigi del frate e ad un altro vomito, pensando fra me, essendo giovene, col tempo ad ogni modo liberarmene. Or, come accade, il frate da li suoi superiori fu mandato non so io dove fiiora de Bologna, né mai è tornato; dove sono stata fin a questo di tanti anni cum qualche particella della mia grave infirmitá, e parme ogni giorno piú nocerme, e dubito col tempo ella non sia casone de la mia fine. Per la qual cosa, Nestor, figliolo mio, io so, dilectandovi de ogni virtú, aveti bona amicizia cum misser Piero Coso da Savona, del quale intendo in simile cure non trovarse uomo piú singolare. Ad epso dunque per caritá ve priego vogliali la mia infirmitá e bisogno narrare, e voi seco pigliare la cura de quella, ché certa sono, se la pigliareti, come spero, sera la mia salute, né giamai ve ne sarò ingrata. — Audito el parlare della donna Nestore, e lieto oltramodo tutto divenuto, cognoscendo per questo megio poter pervenire a l’optato fine del suo jicnsiero, rendendoli infinite grazie de la umanitá e fede sua verso lui, dolcemente li respose che le facultá, l’ingegno, l’opera e il studio, fin a la propria vita, a li piaceri de lei spenderebbe, e che era vero che misser Piero Coso era suo buono amico e fratello, e persuadevasi che li farebbe fare per sé quello dovesse fare per persona alcuna; ma che dubitava poterlo indure a questo, cum ciò fusse che pochi di prima (come era manifesto ad ognuno), egli era stato dal venerabile inquisitore