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NOVELLA XXV

Una donna se fa incantare le facture, e Nestor bolognese se di piacere cum la figliuola di lei, lungamente amata da lui.

Non è molti anni, per Dio vero, magnifico conte, nobilissimi gentilomini e voi dignissime donne, che uno nostro egregio bolognese, giovane de anni ventiquatro, persona venusta, nominato Nestore (ché altro nome per ora non li voglio dare), era inamorato de una bella giovene de anni circa dicesepte, ornata veramente de notabili costumi e modestia, quantunque fusse de umili parenti nata, il cui nome (u Magdalena. E, non avendo mai potuto avere grazia, in corso de tri anni, de poterli cum parole né per ambasciata manifestarli rardenlissima fiamma del suo amore, se non col frequente passare avanti la sua casa e cum alcuni cenni e motti, era quasi in tutto del dicto amore desperato, e tanto piú quanto Tamata giovene finalmente era stata da li suoi parenti in casa propria ad uno giovene, assai conveniente a la etade, forma e condizione sua, maritata; cagione molto efficace ad extinguere ogni sua fiamma, se alcuna ne avea. Onde accadde che, continuando pur Nestor el passare dalla casa de la giovene, la matre de quella, stata giá multi anni affaturata e non liberamente guarita, cognoscendolo ardere de l’amore de la figliuola ed essere stretto amico de uno misser Piero Coso, scolaro savonese, che de nigromante avea (come avete audito adesso nella narrata novella del nostro reverendo missere Domenico Albergati), pensò che per questo rispecto lui sarebbe molto curioso a la sua salute. Di che passando uno giorno Nestor ed io, suo continuo compagno e conscio d’ogni suo pensiero, da casa de l’amata giovene, come era consueto, e avendola veduta, tutto iucundo e consolato se ne andava; né essendo noi dislogati dalla casa uno gettare de pietra, la donna, uscita fòri, chiamò Nestor per nome. El quale, voltatose e cognosciutosi da lei domandare, tutto vergognoso lassandome.