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dixe: — Che cosa è questa che avete, misser lannes? — Oimè! _rispose lui ; — questo spirto è stato troppo maligno: el me ha gettato in questo fossato, e credo avere cavato gli ochi. Oimè! aiutatime uscire de quindi, per Dio! — Il Zoppo alora, dimostrandose dolente, cum grande fatica Tadiutò uscire del fossato, dicendoli: — Io me maraveglio ben che questo spirto ve abia fatto despiacere, essendo de li piú piacevoli che siano a l’inferno e al purgatorio. Ma certo voi doveti avere ricordato, quando ve portava, Dio e sancii. — Misser si — rispose miser lannes. — Ma perché el facevi? — dixeel Zoppo.— Io el feci, perché vidi uno certo acto che non me piacque, a modo me volesse mordere: dove, avendo io paura, me recomandai a Dio e a la Madre, facendomi lo invictissimo segno de la croce; e alora me gettò curuciato in quisli spini, che male è stato per me. — Orsú ! andiamo pure a casa in mala ora — respose el Zoppo: — un’altra volta faremo meglio, ché ora non sarebbe buono. — Respose l’affannato scolaro: — Né ora, né mai piú me verrá voglia de impazarme cum diavoli. — E cum queste parole il condusse a casa, tutto pieno de paura e de ferrite de spine, che piú de otto giorni passò, avanti retornasse in sé. E, adimandando la scarseletta cum li suoi denari, ella li fu per il megio de misser Piero Goso restituita, dandoli ad intendere che per arte magica era stato opportuno reaverla; ma pagolli prima uno grosso scotto per benemerito de la virtú del Zoppo e del buon Bellocchio. Ma non passarono troppo giorni, che, persentendo lui chiaramente essere stato gabato, ebbe tanto sdegno, che, se non fusse che non era pervenuto alla dignitá doctorale per la excellenzia del Studio bolognese, sopra ogni al’-o italico degno, se sarebbe subitamente partito. Ma, avanti al tempo occultamente doctore facendose, senza saputa de persona se parti de Bologna, e andò a casa sua, dubitando, per il consequito schernimento, non essere cum sua vergogna facto fabula del populo e ovunque mostrato a dito. Excel lentissimo duca mio, la narrata novella poi che fu cum assai rise e reverenzia ascultata per dignitá del narratore, Cesare